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All’Angelus Papa Francesco mette in guardia su ciò che soffoca la libertà: dipendenze, mode dominanti, paura

“Il diavolo vuole possedere per “incatenarci l’anima”. E noi dobbiamo stare attenti”

Commentando il Vangelo di Marco in cui si racconta di Gesù che libera una persona posseduta da uno “spirito maligno”, il Papa esorta a vigilare affinché il cuore non finisca imprigionato dal male. E aiuta a mettere a fuoco alcune forme attraverso le quali il maligno si traveste per ingannare facendoci perdere la libertà.

Dipendenze e mode

Francesco chiama per nome le “catene”, ne offre un breve elenco:

Penso alle dipendenze, che rendono schiavi, sempre insoddisfatti, e divorano energie, beni e affetti; penso alle mode dominanti, che spingono a perfezionismi impossibili, al consumismo e all’edonismo, che mercificano le persone e ne guastano le relazioni.

Paura, insofferenza, idolatria del potere

C’è una spirale di male che può attanagliare il cuore, il Papa ne evidenzia le modalità:

E ancora, ci sono le tentazioni e i condizionamenti che minano l’autostima, la serenità e la capacità di scegliere e di amare la vita; c’è la paura, che fa guardare al futuro con pessimismo, e l’insofferenza, che getta la colpa sempre sugli altri; e c’è l’idolatria del potere, che genera conflitti e ricorre ad armi che uccidono o si serve dell’ingiustizia economica e della manipolazione del pensiero.

Gesù non dialoga mai col diavolo

Il vero liberatore dal potere del male è Gesù che, precisa il Pontefice, “non dialoga mai col diavolo”.

Noi, invece, spesso lasciamo che le sue catene ci stringano finché non fanno troppo male, ma così è più difficile liberarcene. Cristo, invece, ci ricorda che con il diavolo non si negozia mai.

È Gesù che risana

Essere vigili per consentire a Gesù di risanarci: questo è il compito che il Papa affida a ciascuno. Più la paura soffoca, più bisogna affidarsi al Signore. E Francesco suggerisce una preghiera da ripetere al maligno:

“Vattene, lascia in pace quel cuore, non dividere il mondo, le famiglie, le nostre comunità; lasciale vivere serene, perché vi fioriscano i frutti del mio Spirito, non i tuoi. Perché tra loro regnino l’amore, la gioia, la mitezza, e al posto di violenze e grida di odio ci siano libertà e pace, rispetto e cura per tutti”.

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