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Vangelo (25 settembre) La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.

child-prayerLc 8,16-18
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.  Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

La scelta di essere discepoli di Gesù non può essere vissuta nel nascondimento, nel deserto, lontano dagli uomini, nel buio di una coscienza senza alcuna relazione con la storia. È quanto si vorrebbe oggi: un cristiano senza storia, senza relazioni, senza decisioni, senza discernimento, privo di ogni intelligenza e sapienza. Si vorrebbe un cristiano sordo, muto, cieco, paralizzato. L’Antica Scrittura ci annunzia invece che bene e male mai potranno rimanere nascosti, segreti, sigillati nel cuore della persona.

Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti, ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio. Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti e il Signore te la concederà. Il timore del Signore è sapienza e istruzione, egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine. Non essere disobbediente al timore del Signore e non avvicinarti ad esso con cuore falso. Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa’ attenzione alle parole che dici. Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno. (Sir 1,25-30).

Ricorderò ora le opere del Signore e descriverò quello che ho visto. Per le parole del Signore sussistono le sue opere, e il suo giudizio si compie secondo il suo volere. Il sole che risplende vede tutto, della gloria del Signore sono piene le sue opere. Neppure ai santi del Signore è dato di narrare tutte le sue meraviglie, che il Signore, l’Onnipotente, ha stabilito perché l’universo stesse saldo nella sua gloria. Egli scruta l’abisso e il cuore, e penetra tutti i loro segreti. L’Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi, annunciando le cose passate e future e svelando le tracce di quelle nascoste. Nessun pensiero gli sfugge, neppure una parola gli è nascosta. Ha disposto con ordine le meraviglie della sua sapienza, egli solo è da sempre e per sempre: nulla gli è aggiunto e nulla gli è tolto, non ha bisogno di alcun consigliere. Quanto sono amabili tutte le sue opere! E appena una scintilla se ne può osservare. Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre per tutte le necessità, e tutte gli obbediscono. Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all’altra, egli non ha fatto nulla d’incompleto. L’una conferma i pregi dell’altra: chi si sazierà di contemplare la sua gloria? (Sir 42,15-25).

Tutto ciò che l’uomo è, in bene e in male, in luce e in tenebra, in verità o in falsità, tutto sarà manifestato, tutto svelato, tutto apparirà in piena luce. D’altronde non potrà essere che così, dal momento che l’uomo non è solo spirito, ma anche corpo e il corpo è sempre visibile. Lo si potrà nascondere per qualche tempo, la sua visibilità mai potrà essere cancellata. Se uno non vuole che appaia il suo essere di Cristo, la sua scelta ad essere suo discepolo, che non lo sia, che non lo diventi. Se lo è, se lo diventa, questa sua nuova essenza sarà vista da tutti, se non è oggi, sarà domani. Mai si potrà nascondere la nostra essenza, dal momento che essa necessariamente è corporea e mai solo spirituale, mai solo dell’anima, mai solo del proprio intimo.

È somma stoltezza pensare ad un cristianesimo senza alcuna incidenza nella storia. Come non si può costruire un cristiano solo spirito, solo anima, così non si potrà mai pensare ad un cristianesimo senza storia. La corporeità è tutto per l’uomo e lo è anche per il discepolo di Gesù. Corporeità significa scelta, decisione, schieramento, opzione, direzione, via da percorrere. Non si può essere con lo spirito cristiani e con il corpo pagani. Non si può pensare di avere un’anima cristiana e una storia empia, fatta di idolatria, cattiveria, malvagità, oppure di totale astensione nell’esercizio delle proprie responsabilità dinanzi a Dio e agli uomini. L’uomo è ciò che è il suo corpo. Se il suo corpo è visibilmente santo, la sua anima è santa. Se il suo corpo è senza verità evangelica, anche la sua anima è senza verità evangelica. La storia è essenza del cristiano, perché il suo corpo essenza del suo essere e del suo operare.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci questa verità.

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