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Il card. Müller: ‘Medjugorje non è un dogma di fede’. Ma dalla Santa Sede nessuna ‘stroncatura’. Anzi..

Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede interviene nella questione delle presunte apparizioni mariane in Bosnia e annuncia che i tempi per la decisione del Vaticano non saranno brevi.
A pochi giorni dalla presa di posizione del vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, che ha pubblicato un lungo articolo in cui – oltre a ribadire la consueta opposizione della diocesi ai fenomeni delle apparizioni mariane – ha contestato le probabili conclusioni della commissione guidata dal cardinale Camillo Ruini, a parlare è il cardinale Gherard Ludwig Müller. Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede ha detto all’agenzia Ansa che “alcuni esagerano l’importanza di questi fenomeni, come se fosse quasi un dogma. Anche quando la chiesa si è dichiarata a favore di eventi di questo genere – ha aggiunto – nessun cattolico è obbligato ad andare là o a crederlo”.

 

Müller ha poi spiegato che una parola definitiva non è affatto dietro l’angolo, nonostante il Papa due anni fa avesse annunciato che una decisione era imminente. “Ci vuole tempo, in questo momento è più importante regolare la pastorale, le confessioni”, ha detto il cardinale, riferendosi esplicitamente all’arrivo nella località bosniaca dell’inviato speciale del Papa, mons. Henryk Hoser, arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga, incaricato di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà”.

 

A ogni modo, ha chiosato il prefetto dell’ex Sant’Uffizio, “il futuro della chiesa non dipende né da Medjugorje né da conosciuti santuari come Fatima o Lourdes”, che comunque “aiutano”. Ma la fede è quella “che si vive nella famiglia, nel lavoro, nella parrocchia”. Quanto ai veggenti – “sedicenti” secondo quanto ha scritto il vescovo di Mostar – “devo dire come cattolico che dobbiamo concentrarci su Gesù Cristo. Ci sono alcune rivelazioni private che però non sostituiscono l’unica rivelazione di Dio in Gesù Cristo”.




Fonte:  www.ilfoglio.it

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