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A casa della Madonnina di Civitavecchia

Diluvia sulla E 80 fino a quando fra le nuvole nere si fa largo uno squarcio di sole che illumina un arcobaleno enorme. Siamo alle porte di Civitavecchia, in viaggio verso il santuario di Pantano, al cui interno è stata esposta la statua Madonnina che il 2 febbraio del 1995 aveva cominciato a lacrimare sangue e che predisse tempi bui per la Chiesa romana.

MADONNA DI CIVITAVECCHIA

Allora le televisioni non facevano che parlare di questo evento, ripreso dalle emittenti di tutto il mondo, persino dalla Bbc che assistette in diretta a una lacrimazione, nello sconvolgimento della troupe televisiva.

Si potrebbe pensare a una chiesa di grandi dimensioni, piena di pellegrini, invece il santuario somiglia più a una spaziosa cappella. Vige una pace assoluta. È la festa del sacro cuore di Gesù, e come ogni settimana dalle 21 alle 22 i parrocchiani cantano e pregano con fede fervente ma composta di fronte al Santissimo Sacramento. A destra dell’altare, in una teca, la statua di gesso della Madonnina alta 42 centimetri. Proveniente da Medjugorje, come sta scritto alla sua base, porta in testa una corona. Posto nelle sue mani da Giovanni Paolo II c’è invece un rosario d’oro. Incoronata nel 2014 dall’attuale vescovo della diocesi, monsignor Luigi Marcucci, lo fu anche prima da papa Giovanni Paolo II, quando l’11 giugno del 1995 la ricevette in Vaticano. Dopo 14 lacrimazioni sono ancora visibili i segni di sangue impresso nel gesso (il Dna analizzato dall’Università La Sapienza, dal Gemelli e dal Criminalpol, era maschile con forti connaturazioni proprie di quello femminile). Davanti all’immagine si fa istintivo un silenzio profondo. È stranamente così per tutti quelli che le si avvicinano, anche per le quattro famiglie e gli amici che ci hanno raggiunti il giorno successivo per andare in visita dai Gregori, la famiglia di proprietari della statua.

Ad aspettarci nella loro casa vicina al santuario c’è Fabio, il papà di Jessica, la prima ad accorgersi delle lacrimazioni e a vedere la Vergine. Dopo di lei anche il resto della famiglia ebbe le apparizioni, per un totale di 93 messaggi di cui due segreti, indirizzati al vescovo e al Papa. Gregori ci accoglie in giardino di fronte a un’altra statua della Madonna, contentissimo di poter raccontare la storia delle lacrimazioni a tanti bambini. Ma sopratutto «mentre entravate, la statua ha cominciato a trasudare». In effetti è bagnata da un siero trasparente che fuoriesce anche dalle foglie che la circondano: «Questa seconda statua – spiega Gregori – ce la regalò Giovanni Paolo II, quando la magistratura ordinò il sequestro della prima. Il Papa mandò a Pantano il cardinal Andrzej Maria Deskur il 10 aprile del 1995 per consegnarci una Madonna identica sempre proveniente da Medjugorje e per indire una veglia di preghiera in riparazione dell’oltraggio».

Tocchiamo l’olio, il cui Dna, analizzato dagli scienziati, non è risultato «né umano, né animale ma probabilmente di natura vegetale e contenente moltissimi profumi e parti organiche sconosciute alla scienza e impossibili da classificare. Un segno di consolazione dopo le lacrime di sangue». «Era tempo che non accadeva che trasudasse», spiega Gregori.

Una bambina chiede se la Madonna è bella. Il veggente risponde «come te, bella come te». Poi prosegue: «Eravamo proprio in questo giardino, quando Jessica, che allora aveva meno di sei anni, il 2 febbraio del 1995, vide la statuina lacrimare, mi informò ma io, preso dalla fretta di uscire, la sculacciai pensando che fosse stata lei ha sporcarla. Peccato che in quel momento vidi le lacrime scendere dagli occhi della Madonna». La notizia fece immediatamente il giro del mondo e il vescovo ordinò al parroco, che aveva donato alla famiglia la statua acquistata in pellegrinaggio a Medjugorje, di portarla via. «Fummo accusati di truffa, abuso di credulità popolare, associazione a delinquere. Accuse che poi caddero tutte nel 2000 quando il caso fu archiviato. La Corte parlò di un fenomeno inspiegabile per la scienza, riconoscendo che non avevamo tratto vantaggio dai fatti». All’inizio però anche il vescovo, monsignor Gerolamo Grillo, pensava che gli eventi fossero il risultato di un atto demoniaco». Finché, presa in custodia da lui, la statua lacrimò fra le sue mani. «Il vescovo si sentì male. Quando andò da Giovanni Paolo II gli disse: “Voi vescovi italiani avete la testa dura”».

La magistratura volle vederci chiaro e analizzare la statua che, fino al 18 aprile dello stesso anno, rimase sotto sequestro. «Il 17 giugno la statua fu riportata in Chiesa e, da quel momento, si verificarono grazie di conversioni e guarigioni miracolose che avvengono ancora oggi». La magistratura escluse ogni trucco interno alla statua. «In seguito ci furono altre lacrimazioni di fronte a molti testimoni, per cui fu eliminata anche l’ipotesi dell’intervento esterno. Non solo, mentre la statua stava per essere sottoposta alla Tac da un équipe del Gemelli emanò una luce così potente da illuminare tutta la stanza, abbagliando i medici e i periti presenti».

Monsignor Grillo, nonostante si fosse convinto della veridicità delle lacrimazioni, «non riusciva a credere alle apparizioni di Maria a mia figlia Jessica». Alcuni personaggi come Chiara Lubich e don Luigi Giussani diedero il proprio sostegno a Grillo: «Caro monsignor Grillo – scrisse don Giussani – io sono con te e prego per la Madonnina», ma il vescovo rispose: «Pure tu, don Giussani, credi a queste stupidaggini della Madonnina!».
Grillo «chiese alla bimba di domandare alla Vergine di rivelargli un segreto di cui lui solo poteva essere a conoscenza». La bambina tornò il giorno successivo «rivelandogli il segreto e aggiungendo che la Madonna gli aveva detto che il cuore del vescovo era duro. Si ripeté la stessa scena: Grillo si sentì male, poi cominciò a credere e parlò con il Papa». Nel frattempo, «Giovanni Paolo II, come ormai è noto, venne qui a pregare la Madonna ben due volte in privato».

Che messaggio voleva dare Maria apparendo alle porte di Roma? «Ci ha messo in guardia dall’attacco di Satana alla famiglia, dagli scandali e dell’apostasia, ossia dal rinnegamento della dottrina nella Chiesa romana per colpa di “molti sacerdoti” che avrebbe fatto scorrere il sangue di Gesù nella terra e nella croce. Ci parlò poi di una terza guerra mondiale fra Oriente e Occidente, evitata grazie all’atto di affidamento, l’8 ottobre del 2000, a Maria fatto dal Papa. Il Pontefice poi ringraziò con una lettera Jessica di averlo informato della richiesta della Madonna di consacrare l’umanità e la Chiesa al cuore immacolato di Maria».
Nei messaggi la Vergine ha ripetuto che occorre consacrarsi al suo cuore, sapendo che «Satana vuole distruggere l’umanità colpendo la famiglia, fonte della vita e della fede. La Madonna chiede questo anche per proteggerci dal grande e finale attacco del 2017, centenario di Fatima».

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Gregori vuole spiegare come parlando a un bambino presente: «Vedi Leo, noi siamo già consacrarti a Dio tramite il battesimo, ma consacrarsi a Maria, che ha lo stesso Dna di suo figlio, significa farsi condurre a Lui tramite lei, che, come Chiesa, ci porterà alla vittoria finale sotto la sua protezione nello scontro finale fra bene e male».
«Siamo in tempi eccezionali, anche per questo, come ha chiarito lei stessa nel messaggio del 26 agosto del 1995, sta parlando in ogni parte del mondo per aiutarci a superare il dramma attuale che precede la seconda venuta di Cristo annunciata nei messaggi». Ma tutto questo «non ci faccia scappare di paura», perché «la consacrazione, insieme ai sacramenti, la preghiera, la confessione settimanale, l’adorazione eucaristica e la Messa, a cui la Madonna ci richiama», serve a «vivere la normalità della vita ordinaria mettendo al primo posto Dio».

Una bambina non resiste e domanda a Gregori se vede ancora la Madonna: «Tutti i giorni, quando mi alzo e vedo mia moglie». Come a dire che lo straordinario «accade in momenti particolari della storia, quando Dio vuole richiamare l’uomo che si è allontanato da Lui. Ma questo intervento diretto serve a farci ricominciare a riconoscere Dio nella quotidianità. Maria, infatti, dice che la preghiera sono anche gli atti di amore di ogni giorno».

Salutiamo Gregori come fossimo stati ospiti di una amico, «un peccatore come tutti», dice lui, ma che ha ricevuto una grande grazia: «Pregate ogni mattina così: “Dacci la forza e la perseveranza di rimanere inchiodati alla tua croce”», conclude mentre dietro di noi un altro gruppo di persone aspetta di ascoltare da capo la sua testimonianza. È così che i Gregori vivono da vent’anni, aprendo le porte di casa ogni giorno nel nascondimento. E si capisce che cosa significhi che il giogo della responsabilità è leggero perché comunica amore, ma resta pur un giogo. Da rifiutare o accettare a servizio della Chiesa: «Amatevi – comunicò a Gregori una voce interiore precedente alle apparizioni – tornate a essere il vero popolo di Dio, un popolo di vera umiltà, amore, preghiera e vivendo la Chiesa di Dio, da lui fondata nei sacramenti». Salutiamo grati e torniamo al santuario per la Messa scoprendo che è la festa del cuore immacolato di Maria. La sera mangiamo insieme sul mare. Ci conosciamo da pochissimo, ma tra noi e le famiglie si è già generata un’unità inspiegabile.


Redazione Papaboys (Fonte A casa della Madonnina di Civitavecchia | Tempi.it)

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