Il Papa, in visita nella terra nera, l’Africa, afflitta da innumerevoli malattie e piagata dalla carestia, dalla mancanza di acqua, invitava la folla ad esercitare una sessualità responsabile, capace di armonizzare le esigenze dello spirito con quelle del corpo. Evidentemente come tutti i discorsi pronunciati da Papa Benedetto XVI i media hanno trasformato le sue parole, in accuse pesantissime alla Chiesa, riducendo l’intervento del Pontefice alla raccomandazione di un usare i contraccettivi. I media come alcune potenze politiche hanno avvertito in questa espressione uno schiaffo allo sviluppo dell’Africa e dei paesi più poveri e sottosviluppati. Perché secondo alcuni organi di stampa i contraccettivi sono il simbolo del progresso e aiutano gli africani e quindi tutti i popoli del mondo a riscattarsi dalle epidemie. Soprattutto, aiutano a vincere l’AIDS, che è il più grave flagello dei paesi più poveri. Le soluzioni non vanno ricercate nella materialità e nel risultato immediato, altrimenti si rischia di uccidere ancora di più l’uomo. I mali sociali, i disordini morali, non si combattono con metodi che risultano -come hanno recentemente dichiarato alcuni medici operanti in Africa- ancora più dannosi per la vita e la salute dell’uomo. Dietro a queste pressioni così grandi si nascondono lobby di potere internazionale, che sfruttano senza nessuna pietà questa immagine per innestare i loro guadagni a scapito dei più deboli. La Chiesa punta sulla formazione, perché come afferma don Bosco, il santo dei giovani: “Se la gioventù sarà rettamente educata, vi sarà ordine e moralità, al contrario, se i giovani non vengono educati a crescere si avrà il vizio ed il disordine”.
La nostra società, ma soprattutto i giovani e le famiglie hanno bisogno di essere guidati e sostenuti nel cammino della vita, dove si presentano ogni giorno insidie e pericoli. Impegnarsi nella formazione delle coscienze richiede fatica e tempo. Il tempo e la fatica però, non sono l’obiettivo delle grandi case farmaceutiche e di certe frange dell’ordine politico mondiale. Per questo motivo, la Chiesa è accusata di barricarsi nella sua millenaria ortodossia, la quale impedisce di adattarsi alla “modernità”.La Chiesa non deve adattarsi a nessuna modernità perché è “sempre nuova”. Essa è rigenerata dallo Spirito del Signore e guidata dalla sua mano. Questa mentalità corrente dimentica che nei paesi più poveri, dove ci sono milioni di uomini, donne e bambini malati affetti dalle epidemie più virulente, si trova la Chiesa con i preti, le suore e i laici a fasciare le ferite e dare conforto, negli ospedali costruiti con le offerte di tanti credenti e nelle scuole partorite dalla carità di tanti buoni samaritani. Allora chiediamoci: dove si trovano le potenze finanziarie e politiche in questa sofferenza? Nonostante si distribuiscono i contraccettivi, la gente muore ugualmente. Non basta regalare un contraccettivo per fermare l’AIDS. Certo si potrebbe obiettare è un primo passo. Altrettanto si potrebbe ribattere dicendo e “poi?” Quando finisce il rumore della distribuzione, chi si occupa materialmente, fisicamente, spiritualmente di questa gente? La comunità cristiana non ha avuto mai paura di accogliere e curare i malati. Così come anche le tante organizzazioni “non governative” impegnate a dare sollievo alla gente più povera. La società opulenta e grassa, si vergogna di questi “poveri più poveri” del mondo. Cerca con abili campagne illusorie di eliminare tutto il materiale umano malato. Dovremmo combattere questa mentalità: non si tratta solo di dire “no” al contraccettivo. Bisogna dire “no”, ad una società incapace di accogliere i malati senza futuro. Dunque la Chiesa si adopera a costruire con fatica una società armonica con al centro l’uomo ed i suoi diritti. La Chiesa quando cura un malato, come ci ha insegnato la Beata Madre Teresa di Calcutta, non gli chiede a quale razza o religione appartiene. Si prende cura e basta. Versa sulle sue ferite l’olio della consolazione ed il vino della speranza. Gesù ci ha insegnato che non è venuto per i giusti, ma per i peccatori. Così anche la Chiesa deve andare verso i “peccatori”, ascoltarli, accoglierli, e aiutarli a progredire verso il bene. Anche se il Papa, ha lasciato intendere che l’uso del preservativo in certi casi è possibile, non significa, così come dice il mondo che la Chiesa ha fatto un passo avanti. La Chiesa come Gesù, compie sempre un passo avanti, e precede l’uomo verso il regno dei cieli accompagnandolo in tutte le fasi della sua vita. Allora cerchiamo di porre fine a queste campagne diffamatorie prive di buon senso. Non servono accuse dall’una all’altra parte sull’uso o sul non uso dei contraccettivi. Serve invece impegno sincero e concreto ad aiutare l’uomo a realizzarsi in pienezza. a cura di Emanuela Graziosi
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