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Papa Francesco all’Angelus: ‘nell’Immacolata riconosciamo la nostra vocazione, essere trasformati dall’amore’

immac.angelusCITTA’ DEL VATICANO – Decine di migliaia di persone hanno partecipato, nella Solennità dell’Immacolata Concezione, all’Angelus di Papa Francesco, in una Piazza San Pietro abbellita dall’albero di Natale donato dalla Baviera che sorge accanto al presepe in costruzione, dono dell’arcidiocesi di Napoli. “Maria ci sostiene nel nostro cammino verso il Natale – ha detto il Papa – perché ci insegna come vivere questo tempo di Avvento nell’attesa del Signore”.

In questa festa “il nostro sguardo è attratto dalla bellezza della Madre di Gesù, la nostra Madre!”, la “piena di grazia”, afferma il Papa che sottolinea come Dio abbia scelto per il suo disegno d’amore questa ragazza che viveva a Nazareth, “piccola località della Galilea, nella periferia dell’impero romano e anche nella periferia di Israele”:

“Eppure su di lei, quella ragazza di quel paesino lontano, su di lei si è posato lo sguardo del Signore, che l’ha prescelta per essere la madre del suo Figlio. In vista di questa maternità, Maria è stata preservata dal peccato originale, cioè da quella frattura nella comunione con Dio e con gli altri e con il creato che ferisce in profondità ogni essere umano. Ma questa frattura è stata sanata in anticipo nella Madre di Colui che è venuto a liberarci dalla schiavitù del peccato. L’Immacolata è inscritta nel disegno di Dio; è frutto dell’amore di Dio che salva il mondo. E la Madonna non si è mai allontanata da quell’amore: tutta la sua vita, tutto il suo essere è un ‘sì’ a quell’amore, è un ‘sì’ a Dio. Ma non è stato certamente facile per lei!”.

Maria, infatti, “nella sua umiltà si sente un nulla davanti a Dio”, ma ascolta e obbedisce. “Il mistero di questa ragazza di Nazareth, che è nel cuore di Dio – osserva il Papa – non ci è estraneo”:

“Infatti Dio posa il suo sguardo d’amore su ogni uomo e ogni donna! Con nome e cognome. Il suo sguardo d’amore è su ognuno di noi. L’Apostolo Paolo afferma che Dio «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4). Anche noi, da sempre, siamo stati scelti da Dio per vivere una vita santa, libera dal peccato. E’ un progetto d’amore che Dio rinnova ogni volta che noi ci accostiamo a Lui, specialmente nei Sacramenti”.

Spiega quindi il significato profondo di questa solennità:

In questa festa, allora, contemplando la nostra Madre Immacolata, bella, riconosciamo anche il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall’amore, essere trasformati dalla bellezza di Dio. Guardiamo lei, nostra Madre, e lasciamoci guardare da lei, perché è la nostra Madre e ci ama tanto; lasciamoci guardare da lei per imparare a essere più umili, e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio; per accogliere il tenero abbraccio del suo Figlio Gesù, un abbraccio che ci dà vita, speranza e pace”.

Dopo la preghiera mariana, il Papa rivolge il suo pensiero alla Chiesa che vive nell’America del Nord, che oggi ricorda la fondazione della sua prima parrocchia, 350 anni fa: Notre-Dame de Québec e rende grazie “per il cammino compiuto da allora, specialmente per i santi e i martiri che hanno fecondato quelle terre”, benedicendo “di cuore tutti i fedeli che celebrano questo giubileo”.

Infine, ricorda che oggi pomeriggio, “seguendo un’antica tradizione”, si recherà in Piazza di Spagna, per pregare ai piedi del monumento all’Immacolata:

“Vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo pellegrinaggio, che è un atto di devozione filiale a Maria, per affidarle la città di Roma, la Chiesa e l’intera umanità. Al ritorno mi fermerò un momento a Santa Maria Maggiore per salutare con la preghiera la Salus Populi Romani e pregare per tutti voi, per tutti i romani. A tutti auguro buona domenica, ebuona festa della nostra Madre. Buon pranzo e a presto!”.

Il servizio è di Sergio Centofanti per la Radio Vaticana (anche in audio)RealAudioMP3

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