Ethica et Oeconomia

Padre Pio: il confessionale, l’ospedale, la sofferenza e… soprattutto la preghiera!

Tutti i santi sono venerati dal popolo di Dio, ma ve ne sono alcuni che riscuotono particolare devozione e suscitano maggiore interesse. Padre Pio da Pietrelcina è stato uno dei grandi santi della Chiesa del XX secolo e continua ad attrarre ingenti folle al Santuario di San Giovanni Rotondo, affascinate dalla sua fede e dal suo amore per i sofferenti.

Qual è la grande forza attrattiva che Padre Pio continua ad esercitare in tanti uomini e donne del nostro tempo? Il segreto della sua santità è stata la pienezza della sua umanità. Padre Pio è stato davvero una persona umana, che ha coltivato una constante relazione con Dio attraverso una continua ricerca dei bisogni dell’uomo. Padre Pio aveva lo sguardo contemplativo sulle scene evangeliche, un pensiero meditativo sulle vicende della Sacra Scrittura, ma allo stesso tempo sapeva riportare l’agire di Dio in tutti i suoi incontri quotidiani.

Padre Pio passava tantissime ore della sua giornata nel confessionale, perché aveva compreso tutte le conseguenze dolorose che provoca il peccato: le divisioni, le invidie, la cupidigia e le ambizioni sono i frutti amari che nascono da un cuore ingannato dal demonio.

Egli concepiva il suo ministero sacerdotale come uno strumento della misericordia di Dio. Il suo ascolto era un rimanere in silenzio per scrutare la profondità dell’anima del penitente, per accogliere il pentimento del male commesso ma anche per invogliare ad aprire il cuore all’amore di Dio. Egli conosceva benissimo i frutti della grazia della confessione e per questo invitava ad avere fiducia in Dio, il quale sempre perdona e sempre soffre con noi e per noi ed in noi.

Quanta gioia suscitava una confessione fatta con Padre Pio! La sua indole era quella di un uomo schietto e diretto, capace di andare subito al cuore della questione, cercando di estirpare il male alla radice, di rimproverare con severità quando serviva, ma anche di avere tanta tenerezza davanti a situazioni di grande sofferenza. Quanto ha bisogno la Chiesa di confessori come Padre Pio! Egli è stato indicato da papa Francesco, durante l’anno giubilare della misericordia, come modello di confessore insieme a San Leopoldo Mandic.

La misericordia di Dio passa dal confessionale nelle parole di un sacerdote, il quale ha la grande responsabilità di discernere la situazione per decidere se rimanere in silenzio, se dire qualche parola di conforto, se offrire un consiglio oppure se richiamare ad un cambiamento di vita invitando a fidarsi della misericordia di Dio.

Il confessionale di Padre Pio era sempre affollato di gente. Lunghe file si formavano per confessarsi da lui. I fedeli erano disposti a percorrere diversi chilometri, a lasciare qualche giorno le loro attività lavorative, ad attendere ore davanti al confessionale, per ottenere non solo la remissione dei peccati tramite la grazia del sacramento della riconciliazione, ma anche per ricevere la giusta parola che poteva cambiare la loro esistenza.

Padre Pio ha ascoltato ed ha visto tante volte la sofferenza della malattia. Per questo ha voluto contribuire alla costruzione di un ospedale per curare ed alleviare i malati. La Casa Sollievo della Sofferenza è stata concepita dal santo di Pietrelcina come un centro della carità, dove praticare tutte le opere di misericordia corporali e spirituali. Oggi questo ospedale è diventato un centro di eccellenza della medicina, con medici di fama internazionale, dove sono presenti strumentazioni biotecnologiche all’avanguardia, dove si curano malattie rare, ma soprattutto dove viene riconosciuta la dignità di ogni paziente, quale essere umano fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

I medici, gli infermieri e gli operatori ospedalieri sono chiamati a compiere una missione prima di esercitare una professione. L’essere vicino ai malati non richiede solo conoscenza ed esperienza medica, ma soprattutto tenerezza e pazienza. Un paziente valuta un medico ed un infermiere per la sua affabilità, per la sua attenzione e per la sua disponibilità, prima ancora delle sue capacità tecniche e professionali. Essere trattati con tanto amore è la medicina che risolleva l’anima e cura il senso di inquietudine che affligge il malato.

La vita di Padre Pio è stata segnata dalla sofferenza che per lui si concretizzata con le stimmate della passione di Cristo. Egli ha vissuto la duplice dimensione della croce: quella verticale che l’ha portato a chiedere costantemente aiuto a Dio e quella orizzontale che l’ha resa più vicino ai sofferenti.

Il dolore della sua malattia era da lui considerata come una forma di partecipazione alle sofferenze di Cristo in quanto membro del suo corpo mistico. Questo dolore, che lo ha accompagnato sino all’ultimo giorno della sua vita, ha costituito il suo segreto per comprendere i sofferenti. Padre Pio è stato il santo della compassione, perché ha compreso la sofferenza altrui a partire dal proprio dolore. Il suo dolore fisico l’ha reso tenero spiritualmente verso qualunque forma di sofferenza, impegnandosi in prima persona a combattere la radice del male fisico e spirituale.



Padre Pio invitava i fedeli all’orazione. Se l’eucarestia è il farmaco dell’immortalità, la preghiera è la vera medicina dell’anima. L’uomo che non prega rimane solo, l’anima che si dimentica di Dio perde sé stessa, il cuore assopito da tante occupazioni diventa incapace di amare, la mente intenta a ricercare il successo perde la bellezza delle relazioni personali. La preghiera vissuta come un tempo di riposo dalle fatiche quotidiane è quella rugiada che rinfresca i campi del nostro agire, è luce che illumina le nostre incertezze, è il balsamo che allieva il dispiacere dei nostri fallimenti, è il fuoco che brucia il nostro giustizialismo, è l’olio che attutisce i nostri attriti.

Padre Pio è stato prima di tutto un uomo di preghiera, che ha saputo cogliere dalla relazione con Dio tutte le risorse necessarie per adempiere ai suoi impegni sacerdotali e pastorali. Celebrare la nascita al cielo di Padre Pio significa chiedere la sua intercessione per vivere con quella santa umiltà di chi si rivolge a Dio prima di compiere ogni azione, di chi chiede un consiglio allo Spirito Santo prima di agire, e di chi si affida alla Madonna per chiedere la protezione materna dalle tante insidie che riserva la vita.




Redazione Papaboys (Fonte it.zenit.org/Osvaldo Rinaldi)

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