Oggi Papa Francesco si congederà dal Kenya per recarsi in Uganda, Stato che ottenne l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1962 passando poi negli anni attraverso dure guerre con le nazioni vicine, ma anche attraverso la sanguinosa repressione settaria del presidente, Idi Amin Dada, la cui politica fu di aperta persecuzione razziale anche nei confronti dei cristiani d’Uganda.
Oggi, l’Uganda è un Paese che rappresenta un importante esempio di convivenza religiosa, con il 42% degli abitanti di fede cattolica. Sull’attesa della popolazione per l’arrivo di Francesco il servizio di uno degli inviati della Radio Vaticana Filomeno Lopes
:“Papa Francesco, il profeta del vivere semplice e della vita semplice”. E’ uno dei tanti titoli che troviamo scritti sul giornale “New Vision”, uno dei due maggiori quotidiani dell’Uganda. Il Paese, in piena campagna elettorale per le presidenziali, con i suoi alti e bassi e nei limiti delle sue possibilità, si sta preparando per ricevere Papa Francesco, terzo Pontefice che visita la terra dei martiri africani, dopo Papa Paolo VI nel 1969 e Giovanni Paolo II nel 1993.
Non manca ovviamente l’allerta per quanto riguarda la sicurezza del Papa e dei fedeli pellegrini, non solo dell’Uganda ma anche di coloro che verranno dai diversi Stati che compongono il mosaico della comunità dei Paesi della regione dell’Africa dell’Est. “Siamo mentalmente e fisicamente preparati”, ci ha detto John Baptist Kauta, segretario generale della Conferenza episcopale ugandese, uno dei coordinatori di questo evento. “Siamo pronti per ricevere la sua benedizione e ascoltare le sue parole di conforto”, ci ha detto invece suor Teresa, responsabile del Centro Nalukolongo, che assiste gli emarginati che Francesco incontrerà qui durante il suo viaggio apostolico.
“Le aspettative sono che il Papa, così come ha già fatto in Kenya, possa portare al popolo ugandese in particolare, e al popolo africano in modo più generale, lo stesso messaggio sulla necessità della costruzione di un clima di pace, di armonia, di riconciliazione e di concordia tra popoli e nazioni di questo continente, culla dell’umanità e polmone spirituale dell’umanità”, ci ha detto l’arcivescovo John Baptist Odama, presidente della Conferenza episcopale ugandese, citando il documento “Africae Munus” di Papa Benedetto XVI. Per il resto è sempre il “corri, corri” della vita quotidiana qui a Kampala, quel “corri, corri” che è caratteristico di tutte le grandi città africane.
di Redazione Papaboys, fonte: Radio Vaticana
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