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Julen è ancora nel pozzo. Tra poche ore la verità sulla sua vita. Si scava a mano!

Il caso del bambino nel pozzo: Julen è da dieci giorni sottoterra. I minatori scendono nelle gabbie, poi provano a scavare a mano.

La situazione oggi 23 Gennaio 219

Il tunnel è stato reinserito nel terreno e a breve i soccorritori dovrebbero iniziare a scendere per raggiungere la profondità alla quale dovrebbe trovarsi Julen Roselló. Il bimbo di due anni caduto in un pozzo a Totalan (Malaga). Dopo gli ulteriori contrattempi e imprevisti delle ultime ore (ieri, come vi aveva spiegato Leggo, un’irregolarità nel sottosuolo, a circa 40 metri di profondità, ha costretto i soccorritori a rimuovere il tunnel), sembrano essere momenti decisivi per la fase finale del salvataggio, quella più cruciale e delicata. Anche se i responsabili dei soccorsi preferiscono non fare previsioni, si stima che ci vogliano altre 24 ore per raggiungere Julen.

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Come riporta 20minutos.es, le operazioni svolte dai soccorritori non solo sono molto delicate, ma difficilmente possono essere comprese da chi non è esperto. Gli uomini messi in campo dalla giunta andalusa e dal governo spagnolo, infatti, hanno dovuto ‘limare’ le pareti rocciose, risultate essere più dure del previsto, ad una profondità di circa 40 metri. Quest’operazione, necessaria per consentire l’introduzione del tunnel, ha ulteriormente ritardato i soccorsi di 24 ore.

Quando il tunnel sarà perfettamente inserito nella cavità del terreno, interverrà una squadra di soccorso minerario. I minatori scenderanno attraverso il tunnel tramite una speciale gabbia di protezione, che consentirà loro di lavorare in condizioni decisamente estreme a causa della mancanza di spazio, luce e ossigeno. I minatori scenderanno fino a una profondità di 42 metri, per poi scavare manualmente un tunnel orizzontale di circa quattro metri.


Per consentire l’inserimento del tunnel senza ulteriori intoppi, lo spazio che resterà tra i tubi e la parete della montagna sarà riempito con della terra morbida, in modo da evitare quanto accaduto nelle ultime ore, cioè che il tunnel possa incastrarsi di nuovo o danneggiarsi in un punto in cui il sottosuolo diventa particolarmente roccioso e duro.

“Abbiamo messo in campo i migliori specialisti di tutto il paese”

Francisco Delgado Bonilla, deputato e presidente dell’associazione dei vigili del fuoco di Malaga, ha spiegato alla vigilia dell’ultima fase dei soccorsi a Julen: «Questa operazione è delicata e difficile, ma abbiamo messo in campo i migliori specialisti di tutto il paese. Tutto è stato pianificato alla perfezione, anche in modo da garantire la sicurezza degli uomini impegnati nei soccorsi. Non possiamo conoscere alla perfezione la conformazione del terreno oltre 40 metri di profondità. Immaginiamo che sia del tutto analoga a quella che ha ritardato di altre 24 ore i soccorsi tra ieri e oggi. Ad ogni modo, in campo ci sono dei professionisti che sanno come agire a seconda di quello che possono trovare davanti a loro».

Quest’ultima fase potrebbe essere la più delicata

Con alcuni mezzi speciali, per tutta la scorsa notte i soccorritori hanno ‘corretto’ le irregolarità presenti nel terreno. In questi minuti alcune gru stanno reinserendo in profondità il tunnel costruito per arrivare a Julen. La speranza, a questo punto, è che l’operazione si possa svolgere in modo più rapido e senza ulteriori contrattempi. Una volta reinserito il tunnel, i minatori lo percorreranno e poi scaveranno manualmente un percorso orizzontale di circa quattro metri per raggiungere il punto in cui dovrebbe trovarsi il bimbo.

Quest’ultima fase, che potrebbe essere la più complicata, dovrebbe partire tra oggi e domani. Si stima che possa durare almeno 24 ore, anche se gli ingegneri hanno preferito non sbilanciarsi: «Le irregolarità nel terreno hanno già ritardato i soccorsi, non possiamo sapere se, scavando ancora più in basso, possano sorgere ulteriori problemi. Per questo motivo è bene non fare alcuna stima temporale».

Le operazioni di soccorso in diretta

Fonte leggo.it

 

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