Pubblicità
HomeNewsFamilia et MensIn Cina è piena disperazione: 336 milioni di aborti

In Cina è piena disperazione: 336 milioni di aborti

Scarpette per neonati mai nati
Scarpette per neonati mai nati

Secondo il ministero della Sanità della Repubblica popolare cinese, dal 1971 al 2010, sono stati sterminati 336 milioni di esseri umani attraverso l’aborto. Il Ministero ha, inoltre, celebrato come una vittoria 196 milioni di sterilizzazioni e l’inserimento di 403 milioni di dispositivi intrauterini, che hanno impedito la nascita di almeno 400 milioni di bambini. L’odio dei comunisti verso la natalità sta causando l’invecchiamento della popolazione e la riduzione di quella attiva. I governi legittimando la legge sull’aborto, portano l’umanità al collasso. La nascita invece favorisce l’arricchimento ed il ringiovanimento della società. Chi si schiera a favore dell’aborto in nome dei diritti civili soggettivi delle donne, provoca –anche se non è immediatamente percepibile-, disastri non facilmente riparabili contro l’umanità. Ricordiamo l’antico adagio popolare. “chi salva un bambino, salva l’umanità”.

Contrariamente alla tendenza mondiale, negli USA, l’aborto cala mentre le cliniche abortiste chiudono. Secondo il Center for Disease Control del governo degli Stati Uniti, gli aborti nel Paese sono scesi del 5% dal 2009 al 2011, mentre le cliniche che praticano tale abominazione sono diminuite da 2.176 a 1.991 unità. Sembra che la propaganda “pro life” stia finalmente invertendo la tendenza abortista. “Gli oppositori dell’aborto stanno vincendo la battaglia passo a passo – si lamentava il mese scorso il blog progressista Thinkprogress – la pressione conservatrice sta imponendo tali restrizioni legali che le cliniche sono costrette a chiudere battenti”.
“L’aborto ha provocato una tremenda strage negli Stati Uniti. Abbiamo già perso oltre 54 milioni di concittadini – ha commentato Randall O’Bannon, direttore della National Right to Life Coalition – tuttavia negli ultimi vent’anni gli sforzi pro life hanno inciso sull’opinione pubblica, facendo diminuire gli aborti di un milione e mezzo ogni anno. La strada da percorrere è ancora lunga. Ma la nostra causa è giusta”.
Mentre in Francia, -come racconta Leone Grotti-, Xavier Dor  è stato condannato al pagamento di 10 mila euro di ammenda per «aver ostacolato in modo delittuoso una interruzione volontaria di gravidanza» il 25 e 26 luglio 2012, entrando in un centro di pianificazione familiare a Parigi. È stato invece assolto per aver recitato il rosario, come atto di riparazione e intercessione per i medici abortisti, davanti all’ospedale Saint-Vincent-de-Paul di Parigi il 2 aprile 2011. Che cosa ha fatto il presidente dell’associazione cattolica “SOS Tout Petits”, che da oltre 20 anni si batte in Francia per la vita contro l’aborto, per macchiarsi del «reato di intralcio all’aborto», con tanto di «pressioni morali e psicologiche di una violenza inaudita»? Ha donato un paio di scarpine da neonato a una mamma che stava entrando negli uffici di un’associazione femminista per richiedere un’interruzione di gravidanza.
L’accusa aveva chiesto per il medico ottomila euro di multa e un mese di carcere, ma i giudici hanno cancellato il periodo di prigionia e gli hanno inflitto 10 mila euro di ammenda. Le associazioni in difesa del diritto all’aborto, che hanno denunciato l’uomo, non sono però soddisfatte: «È davvero difficile far riconoscere giuridicamente il reato d’intralcio all’aborto attraverso azioni dimostrative di fronte ai centri [abortivi] – commentano al Le Monde – Siamo arrabbiati dalla risibile somma della multa viste le ingenti risorse di cui dispongono i network contro l’aborto». Soprattutto, insiste Isabelle Thieuleux, avvocato del Coordinamento delle associazioni per il diritto all’aborto e alla contraccezione, «è inaccettabile che il signor Dor abbia annunciato, prima del processo, che organizzerà altre azioni, anticipando già il calendario». Xavier Dor, ormai 84enne, ha infatti dichiarato che continuerà a battersi contro una «legge criminale che permette l’uccisione dei bambini»: «Andremo davanti all’ospedale Tenon e a Port-Royal».
A cura di don Salvatore Lazzara

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome