«Abbiamo avvertito ripetutamente le più alte autorità che mercenari del Ciad e del Sudan si nascondono in questo distretto. Anche se non siamo così terrorizzati da abbandonare la pratica della nostra fede cristiana, c’è paura e tensione tra i cattolici ora, insieme a rabbia e costernazione». Monsignor Doumalo sottolinea infine che ad ogni modo «il conflitto non è religioso ma politico, altrimenti vedreste i cristiani sollevarsi guidati in testa dai loro pastori. Invece i leader religiosi cristiani e musulmani devono continuare a lavorare insieme per riportare la pace nonostante questi attacchi deprecabili». Il Centrafrica oggi è a «rischio genocidio» ed è in guerra dal marzo 2013, quando la coalizione di ribelli Seleka guidata da Djotodia ha deposto il presidente Bozizé. Sono seguiti otto mesi di violenze e persecuzioni di cristiani. Dopo l’intervento della comunità internazionale, Djotodia è stato deposto ma milizie animiste e in minima parte cristiane, gli anti-balaka, che significa “antidoto”, hanno cominciato a vendicarsi sui musulmani delle violenze ricevute. Oggi anche i Seleka si sono riorganizzati e gli scontri non sembrano avere fine. di Leone Grotti
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