Amore è il nome della Quaresima

“Rinfrancate i vostri cuori” (Gc 5,8) è uno strano titolo per un messaggio quaresimale, è uno strano titolo per un anno iniziato con gli spari parigini e con il suono delle guerre che ci sono nel mondo. “Rinfrancare” è un titolo strano per la Quaresima perché “rinfrancare” è riposare, portare al riparo i propri pensieri e “Quaresima” è tempo di cenere, di digiuno, di preghiera a capo basso. Smette di essere strano se si legge “Quaresima” alla luce della Pasqua. Inizierò con la cenere sulla testa ma sarà “in attesa di” come i doni dei bambini che incartano, per regalarle, le cose che trovano in casa o spendono i soldi che i genitori gli hanno dato. Con questo nel cuore, mi fermo alle prime righe del messaggio dove Papa Francesco dice che “Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare.” Indifferenza. Più dolorosa delle passioni. Più dolorosa dell’odio.
L’indifferenza è veramente pericolosa perché taglia ogni legame. È silenziosa. Certo, non si litiga più, non si urla più, né caldo né freddo. Tiepida vita indifferente. Ma si è soli, chiusi, isolati. E solitari. L’altro non lo senti più, non lo vedi più. Un cuore silenzioso è isolato, chiuso. Morto da vivo. Il Papa parla di una indifferenza che non è la fame, la povertà, la morte e la distruzione, ma è la polvere di quelle macerie che sono le persone che rimangono lontane. É la polvere dell’indifferenza globale: bella espressione, brutta realtà. Sono passati quasi quaranta giorni dal Natale – dove un bambino è nato per salvarmi – e tra quaranta giorni un uomo morirà per salvarmi. Il Papa ci dice che durante questa Quaresima il programma è vincere l’indifferenza. Mi dice che non devo fare programmi, liste di fioretti e di propositi, elemosine, digiuni, penitenze varie, per mio figlio, per mia moglie, per mio marito, per mia sorella, per mio fratello, per i miei genitori, per i miei amici più cari, perché li amo. Il contrario di “amore” non è “odio” ma “indifferenza”. Devo fare come fa Gesù con me, che non è indifferente a me, perché mi ama. Gesù mi ama. Gesù non è indifferente a me perché mi ama, non “perché è Dio”. Io gli sto a cuore, mi conosce per nome, mi cura e mi cerca quando lo lascio. Io non gli sono indifferente. Perché mi ama. In questa Quaresima amerò di più, amerò di più te. Se ti amo, sei me. Non ho bisogno di propositi, fioretti, penitenze, per togliermi qualcosa. Cercherò di guardare la mia vita che sta bene, e di scoprire che non vuole essere disturbata. Che vuole stare tranquilla. Che ha paura di morire. Ma Gesù è risorto.

Di Don Mauro Leonardi

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