L’indifferenza è veramente pericolosa perché taglia ogni legame. È silenziosa. Certo, non si litiga più, non si urla più, né caldo né freddo. Tiepida vita indifferente. Ma si è soli, chiusi, isolati. E solitari. L’altro non lo senti più, non lo vedi più. Un cuore silenzioso è isolato, chiuso. Morto da vivo. Il Papa parla di una indifferenza che non è la fame, la povertà, la morte e la distruzione, ma è la polvere di quelle macerie che sono le persone che rimangono lontane. É la polvere dell’indifferenza globale: bella espressione, brutta realtà. Sono passati quasi quaranta giorni dal Natale – dove un bambino è nato per salvarmi – e tra quaranta giorni un uomo morirà per salvarmi. Il Papa ci dice che durante questa Quaresima il programma è vincere l’indifferenza. Mi dice che non devo fare programmi, liste di fioretti e di propositi, elemosine, digiuni, penitenze varie, per mio figlio, per mia moglie, per mio marito, per mia sorella, per mio fratello, per i miei genitori, per i miei amici più cari, perché li amo. Il contrario di “amore” non è “odio” ma “indifferenza”. Devo fare come fa Gesù con me, che non è indifferente a me, perché mi ama. Gesù mi ama. Gesù non è indifferente a me perché mi ama, non “perché è Dio”. Io gli sto a cuore, mi conosce per nome, mi cura e mi cerca quando lo lascio. Io non gli sono indifferente. Perché mi ama. In questa Quaresima amerò di più, amerò di più te. Se ti amo, sei me. Non ho bisogno di propositi, fioretti, penitenze, per togliermi qualcosa. Cercherò di guardare la mia vita che sta bene, e di scoprire che non vuole essere disturbata. Che vuole stare tranquilla. Che ha paura di morire. Ma Gesù è risorto.
Di Don Mauro Leonardi