Categorie: Corpus et Salus

A Caserta l’appello dei migranti al Papa per non essere più ‘scarti’

CASERTA – “Noi siamo tra gli ‘scartati’, tra gli esseri umani entrati in un vortice di disumanizzazione e schiavismo, posti ai margini sociali. Le nostre storie sono tutte simili: abbiamo attraversato il deserto, il Mediterraneo; alcuni fra noi sono stati costretti a indebitare le proprie famiglie per ‘comprare’ presso le ambasciate un visto per l’ingresso in Italia, rimanendo poi schiavo di chi ha prestato quel denaro”. Così si presenta il Movimento dei migranti e rifugiati di Caserta, nel messaggio che faranno pervenire oggi pomeriggio a Papa Francesco, con l’intermediazione del direttore della Caritas diocesana di Caserta. “Oggi – proseguono i migranti e i rifugiati – viviamo in tantissimi ‘stipati’ nella fascia di terra che collega Napoli e Caserta, che ha come epicentro Castel Volturno, balzata anche recentemente agli ‘onori’ delle cronache per la gambizzazione di due nostri fratelli africani. Ci è difficile spiegare le emozioni contrastanti che sentiamo esplodere in noi, leggendo sui giornali le dichiarazioni di giornalisti e politici, secondo i quali il problema più grande di Castel Volturno sarebbe il pericolo causato dall’immigrazione consentita oltre i limiti”. Inutile dire che il punto di vista dei migranti “è diverso”.

“Castel Volturno – si legge nel messaggio – è un laboratorio di schiavismo, di deformazione di quanto ci possa essere di bello nell’essere umano: è uno degli epicentri europei dello ‘spreco di uomini’. È popolata anche da noi, immigrati entrati in una metamorfosi che ci trasforma in schiavi, animali-lavoratori, senza alcuna caratterizzazione o abilità specifica, costretti a lavorare duramente ogni giorno ‘a nero’ per pochi spicci, senza alcuna garanzia e tutela”. Gli immigrati quindi raccontano le condizioni disumane nelle quali vivono, ma, assicurano al Papa, non vogliono “rassegnarsi”, ricordando di aver anche organizzato “manifestazioni e attività contro la camorra e il razzismo”. “L’Italia – affermano – ha bisogno di ragionare sull’immigrazione in termini meno propagandistici e il semestre di presidenza dell’Ue può essere un’occasione”. Tra i temi per i quali gli immigrati chiedono attenzione: “La necessità di fermare le stragi lungo il viaggio”, “la possibilità di poter finalmente avere un permesso di soggiorno”, “un miglioramento delle condizioni di vita” perché non c’è “sicurezza senza diritti”. “Oggi chiediamo a Lei – scrivono i migranti al Papa – di volerci concedere un’udienza al fine di poterci confrontare, di poterle esprimere le nostre speranze e le nostre proposte e di ascoltare le sue”. 

di Agenzia Sir

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