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image6RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO LUNEDI’  –  “Oggi non indurite il vostro cuore” (Sal 94). Il richiamo costante a purificare l’interiorità per poi scoprire il gusto della chiamata, è una costante che ha accompagnato il cammino del popolo di Israele e la predicazione di Gesù. Senza il “cuore di carne”, il discepolo cade nella corruzione. Diventa superbo e danneggia i più deboli: “calpesta come polvere della terra la testa dei poveri” (Am 2,7), divenendo “funzionario del sacro”, e “padrone della vigna” (Mt, 20).

Non riesce a proteggere l’eredità di Dio, ormai in balia della distruzione, a causa delle scelte compiute per realizzare se stesso e non l’opera del Signore. Amos mette in guardia da tale atteggiamento -malvagio e orribile-, annunciando il tema del “giorno di Dio”, inevitabile momento del rendiconto finale per gli approfittatori (Mt 25,31-36).

Nella scia profetica proclamata, il Vangelo propone due esempi di vocazione dai quali appare la “radicalità del distacco” e l’”adesione a Gesù” senza condizioni. Quando il discepolo usa la personale confidenza con Dio per affermarsi, autocelebrarsi, e mettersi al di sopra degli altri, genera confusione. Cade nel peccato e distorce a suo interesse la Parola di Dio. Si appropria di qualcosa che non gli appartiene. Confonde l’annuncio del Vangelo con il “piacere del potere”.

Il discepolo è chiamato a partecipare delle caratteristiche del Maestro: senza di esse, crea una falsa fede fondata non su Dio ma sull’io. La tentazione più grande è quella di diventare “direttore di banca”, che distribuisce denaro con gli interessi (avendo la consapevolezza di acquisire più guadagni lucrando sulla necessità del bisognoso), e non semplice custode del fratello nella fedeltà. Così alimenta una falsa “spiritualità di dipendenza”, che tante volte porta all’esasperazione e all’allontanamento.

Per seguire Gesù, è necessario scacciare la sindrome del dirigente. Cristo, chiede ai chiamati, di lasciare tutto, non solo materialmente ma anche interiormente. Senza tale operazione, non si potrà mai essere per Dio a tempo pieno, per la salvezza del mondo. Lo crediamo veramente?  A cura di don Salvatore Lazzara

 

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