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Giovanni XXIII, quando il ‘Papa della carezza ai bambini’ scappava di nascosto dal Vaticano

Giovanni XXIII, quando il ‘Papa della carezza ai bambini’ scappava di nascosto dal Vaticano

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giovanni xxiii

Metteva a disposizione anche la sua auto personale per le uscite segrete di Giovanni XXIII dal territorio vaticano. Protagonista di questi episodi il maggiordomo e autista del pontefice, Guido Gusso

Papa Giovanni XXIII diceva di sentirsi ‘un prigioniero di lusso’. E alcune volte si è concesso delle uscite segrete fuori dal territorio della Santa Sede con la complicità del suo maggiordomo e autista, Guido Gusso, che abbiamo incontrato per farci raccontare alcuni aneddoti di quegli anni.

Guido Gusso iniziò il proprio servizio a Papa Roncalli fin dai tempi in cui era Patriarca di Venezia. Lo accompagnò a Roma per il Conclave e rimase al suo fianco anche quando divenne Pontefice, prima come maggiordomo e poi anche in qualità di autista. La sua testimonianza, al centro della puntata di oggi di #GiovanniXXIII, è ricca di aneddoti che ci consentono di riscoprire un lato intimo e privato del Papa bergamasco.

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I permessi
Gusso ci ha raccontato che Giovanni XXIII si sentiva prigioniero tra le mura del Vaticano e fin da subito dichiarava il bisogno di essere portato in giro per la città di Roma. A nulla valsero le titubanze dell’autista relative alla necessità di chiedere permessi per organizzare tali uscite fuori dal territorio vaticano. Qualche volta è stato fatto uno strappo alle regole. Anche durante le vacanze estive a Castel Gandolfo.


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L’estate
Uno degli episodi più curiosi – riferisce l’Eco di Bergamo – riguarda proprio un giro in auto fatto d’estate nella zona dei Castelli Romani. Il tutto venne organizzato nei minimi dettagli sotto la regia di Giovanni XXIII il quale chiese a Gusso di procurarsi le chiavi di un portone secondario delle Ville Pontificie per eludere il controllo. Queste uscite provocavano sentimenti contrastanti: sorpresa da parte della gente che si accorgeva del passaggio del Papa e preoccupazione da parte delle Guardie Svizzere e dei Gendarmi. Il Papa – riferisce Gusso – era contento per lo stupore di tutti al suo ritorno al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

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