Domenica 3 Giugno – Solennità del Corpus Domini

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corpus_domini1Festa del Corpus Domini!  Con questa festa onoriamo e adoriamo il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede. I nostri rapporti con Dio sono avvolti nel mistero: ci vuole un gran coraggio e una grande fede per dire: “Qui c’è il Signore!”.

La festività del Corpus Domini ha una origine più recente di quanto sembri. La solennità cattolica del Corpus Domini (Corpo del Signore) chiude il ciclo delle feste del dopo Pasqua e vuole celebrare il mistero dell’Eucaristia ed è stata istituita grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove il convento della suora si trovava.

In realtà la festa posa le sue radici nell’ambiente fervoroso della Gallia belgica – che San Francesco chiamava amica Corporis Domini – e in particolare grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne. Nel 1208 la beata Giuliana, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini.

La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l’ottava della Trinità. Più tardi, nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l’antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263, che conosciamo sin dai primi anni della nostra formazione cristiana. Infatti, ci è raccontato che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico (attualmente conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.

Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l’11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla “Transiturus” che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini neganti il Sacramerito dell’Eucaristia. Già qualche settimana prima di promulgare questo importante atto – il 19 Giugno – lo stesso Pontefice aveva preso parte, assieme a numerosissimi Cardinali e prelati venuti da ogni luogo e ad una moltitudine di fedeli, ad una solenne processione con la quale il sacro lino macchiato del sangue di Cristo era stato recato per le vie della città. Da allora, ogni anno in Orvieto, la domenica successiva alla festività del Corpus Domini, il Corporale del Miracolo di Bolsena, racchiuso in un prezioso reliquiario, viene portato processionalmente per le strade cittadine seguendo il percorso che tocca tutti i quartieri e tutti i luoghi più significativi della città.
In seguito la popolarità della festa crebbe grazie al Concilio di Trento, si diffusero le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa. Se nella Solennità del Giovedì Santo la Chiesa guarda all’Istituzione dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini l’attenzione si sposta sull’intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell’Eucaristia in Corpo Sangue anima e Divinità.

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PREGHIERE A GESU’ EUCARESTIA

Com’è bello guardarti!

Signore mio Dio e mio amico, com’è bello guardarti sotto le apparenze dell’ostia!

Che beata certezza: sapere che Tu sei là, che mi vedi e che mi ascolti!

Com’è bello trovarsi così vicino a Te! Desidero impregnarmi della tua presenza così immediata: che questa presenza si impadronisca dell’anima mia, la trasformi e la santifichi!

Eccomi davanti a Te, povero e nudo, non potendo darti altro che il mio sguardo: avvolgimi con la tua intimità, rivestimi con la tua potenza!

Tu sei dinanzi a me come la sorgente di ogni luce e di ogni vita; in te si trova il focolare di ogni amore.

Com’è bello mettersi sotto l’irradiamento del tuo splendore, sotto l’azione della tua vitalità sovrabbondante, sotto il tuo sguardo pieno d’amore!

Ti guardo senza vederti, ma tu mi guardi con una tale forza che fai passare in me le ricchezze del tuo essere. Non incontro il tuo sguardo, ma tu incontri il mio cuore e lo riempi della tua grazia divina.




Senza che me ne accorga, tu mi cambi, mi penetri dei tuoi pensieri e dei tuoi sentimenti. Mi innalzi fino al livello della tua santità.

Com’è bello contemplarti, abbandonarsi a te, lasciarsi invadere dalla tua presenza ed essere interamente riplasmati da Te!

 

Signore che affascini col tuo amore

Lascia che operino in me l’attrattiva della tua persona, il fascino della tua presenza.

Tu ti sei presentato all’umanità come uno sposo che porta con sé la forza e la tenerezza dell’amore divino.

Tu non vuoi importi con la forza, ma attirare a Te; farmi sentire tutta la potenza della tua attrattiva.

Dirigi verso di Te lo slancio spontaneo del mio cuore, facendomi percepire la grandezza del tuo amore.

Liberami dalle seduzioni fallaci, dalle tentazioni ingannatrici, sorgenti di amare delusioni.

Tienimi lontano dai sogni egoisti, ambiziosi o cattivi, affinché tutta la mia capacità immaginativa si volga verso Te. Poiché Tu sei il solo a non deludere la mia aspettativa, a colmare il mio desiderio più intimo, concentra su di te tutte le mie speranze.

Poiché Tu mantieni le promesse dei tuoi inviti e la tua attrattiva è quella di chi vuole donarsi interamente senza nulla sottrarre, fammi gustare la felicità di cui vuoi colmarmi!

Ospite silenzioso del tabernacolo

Prendimi nel tuo silenzio, lontano dai rumori e dall’agitazione del mondo.

In un silenzio in cui il mio essere si ritrovi nella sua verità, nella sua nudità, nella sua miseria, perché questo silenzio mi permette di scoprirmi a me stesso.

Prendimi nella ricchezza divina del tuo silenzio, pienezza capace di colmare tutto nell’anima mia.

Fa’ tacere in me ciò che non è Te, ciò che non è la tua presenza pura e semplice; la tua presenza solitaria e pacifica. Imponi silenzio ai miei desideri, ai miei capricci, ai miei sogni di evasione, alla violenza delle mie passioni.

Copri col tuo silenzio la voce delle mie rivendicazioni, dei miei lamenti.

Impregna col tuo silenzio la mia natura troppo impaziente di parlare, troppo incline all’azione esteriore e rumorosa. Imponi il tuo silenzio anche alla mia preghiera, affinché essa sia un puro slancio verso di Te.

Fa’ discendere il tuo silenzio fino nell’intimo del mio essere, e fa risalire questo silenzio verso di Te come un omaggio d’amore!

O Cristo così amabile da contemplare

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Vorrei essere niente altro che uno sguardo, uno sguardo prolungato, uno sguardo posato su di te senza fine.

Vorrei far passare in questo sguardo tutto il mio pensiero, affinché il mio spirito si riempia di te.

Vorrei darti nel mio sguardo tutta la mia immaginazione, affinché una sola immagine si imprima in me, la tua; Abbandonarti in questo sguardo d’ogni momento tutta la mia memoria, affinché il mio passato si perda in Te.

Vorrei, con il mio sguardo, consegnarti tutta la mia volontà, affinché diventi esattamente conforme alla tua; Incatenare il mio sguardo al tuo, e offrirti tutta la mia libertà, affinché il tuo amore se ne impossessi.

Vorrei presentarti il mio cuore in uno sguardo affettuoso che si lascia prendere per sempre.

Vorrei che tutto in me servisse per guardarti, abbandonando a Te in questo sguardo il mio essere tutto intero. Attira tu stesso il mio sguardo nel tuo e fissalo per sempre su di Te, affinché nell’offerta dei miei occhi vi sia una generosità ardente e fedele!

Come un amico parla al suo amico

Parlami, o Signore, e dimmi le parole che solo l’amore sa pronunciare.

Parlami nel tuo linguaggio ineffabile, che solo il cuore può capire.

Parlami di Te stesso per condividere con me la tua divina intimità.

Parlami dei tuoi progetti, delle tue preoccupazioni, delle tue grandi intenzioni per la salvezza degli uomini.

Parlami dei tuoi desideri, della collaborazione che aspetti da me,  di ciò che ti rallegra, di ciò che ti affligge nel mondo e in me stesso.

Parlami della tua bontà, dei benefici che tu desideri effondere in abbondanza su di noi,  dei miracoli della tua grazia, delle meraviglie che operi nel segreto, invisibilmente.




Parlami della santità nella quale vuoi trasformare tutto l’universo e tutto me stesso.

Parlami e fa’ penetrare la tua parola nell’intimo della anima mia, nella mia intelligenza, nella mia volontà, nel mio cuore.