Il servizio è di Gabriella Ceraso per la Radio Vaticana (anche in file audio):
Una conversazione a tutto campo a Santa Marta riporta alla luce aspetti noti e meno noti di questo primo anno di pontificato. Le parole più delicate quelle per il Papa emerito: “non è una statua in un museo, è un’istituzione”, “non vi eravamo abituati e forse ce ne saranno altri”; “insieme abbiamo deciso che partecipasse alla vita della Chiesa” – spiega Francesco – “la sua saggezza è un dono di Dio”. Poi tanti riferimenti personali e sul governo della Chiesa: “mi piace stare tra la gente” – afferma – “non mi piacciono le interpretazioni ideologiche”, dipingere il Papa come “una sorta di superman mi pare offensivo”, il Papa è un “uomo normale”, non solo nel suo lavoro perché consigliato da tanti, ma solo col suo senso di responsabilità al momento di decidere.
Poi alcuni temi forti: gli abusi sui minori, in primis, “ferite profondissime” – dice il Papa – “la Chiesa ha fatto tanto, sulla strada aperta da Benedetto XVI, forse più di tutti”, è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità, eppure, sottolinea, “è la sola ad essere attaccata”. Sui divorziati, il Pontefice ribadisce che ogni decisione sarà frutto di riflessione profonda, che il matrimonio è tra uomo e donna e le unioni civili sono patti di convivenza di varia natura, “bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”. Sul ruolo della donna nella Chiesa e la sua promozione, il Papa ripete che non solo “può e deve essere più presente nei luoghi di decisione” ma che bisogna pensare che la “Chiesa è femminile dalle origini”, “il principio mariano la guida accanto a quello petrino”, e che l’approfondimento teologale su questo aspetto è in corso. Controllo delle nascite, gli si chiede? La dottrina della Chiesa, sottolinea Francesco, non cambia, ma occorre andare in profondità, mentre sui valori non negoziabili, il Papa chiarisce: “i valori sono valori e basta”.
Non mancano i riferimenti infine, ecumenici e internazionali: con la Cina, dei rapporti ci sono, spiega Papa Bergoglio, facendo riferimento ad uno scambio di lettere col presidente Xi Jinping; mentre all’ipotesi che il prossimo viaggio in Terra Santa a maggio porti ad un accordo di intercomunione con gli ortodossi, chiarisce: “siamo tutti impazienti di ottenere risultati ‘chiusi’, ma la strada dell’unità vuol dire soprattutto camminare e lavorare insieme”.
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