Categorie: Verbum Domini

Vangelo (3 febbraio 2018) Erano come pecore che non hanno pastore

Mc 6,30-34
Erano come pecore che non hanno pastore.

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Gesù sa qual è la condizione delle pecore senza pastore. Conosce il pensiero del Padre manifestato e rivelato attraverso il profeta Ezechiele, Isaia, Geremia ed altri. Sa qual è la missione che gli è stata affidata. Essa è sua e di nessun altro. 

A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri. Non vi basta pascolare in buone pasture, volete calpestare con i piedi il resto della vostra pastura; non vi basta bere acqua chiara, volete intorbidire con i piedi quella che resta. Le mie pecore devono brucare ciò che i vostri piedi hanno calpestato e bere ciò che i vostri piedi hanno intorbidito. Perciò così dice il Signore Dio a loro riguardo: Ecco, io giudicherò fra pecora grassa e pecora magra. Poiché voi avete urtato con il fianco e con le spalle e cozzato con le corna contro le più deboli fino a cacciarle e disperderle, io salverò le mie pecore e non saranno più oggetto di preda: farò giustizia fra pecora e pecora.

Susciterò per loro un pastore che le pascerà, il mio servo Davide. Egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore. Io, il Signore, sarò il loro Dio, e il mio servo Davide sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho parlato. Stringerò con loro un’alleanza di pace e farò sparire dal paese le bestie nocive. Abiteranno tranquilli anche nel deserto e riposeranno nelle selve. Farò di loro e delle regioni attorno al mio colle una benedizione: manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di benedizione. Gli alberi del campo daranno i loro frutti e la terra i suoi prodotti; abiteranno in piena sicurezza nella loro terra. Sapranno che io sono il Signore, quando avrò spezzato le spranghe del loro giogo e li avrò liberati dalle mani di coloro che li tiranneggiano. Non saranno più preda delle nazioni, né li divoreranno le bestie selvatiche, ma saranno al sicuro e nessuno li spaventerà. Farò germogliare per loro una florida vegetazione; non saranno più consumati dalla fame nel paese e non soffriranno più il disprezzo delle nazioni. Sapranno che io sono il Signore, loro Dio, ed essi, la casa d’Israele, sono il mio popolo. Oracolo del Signore Dio. Voi, mie pecore, siete il gregge del mio pascolo e io sono il vostro Dio». Oracolo del Signore Dio (Ez 34,17-31). 

Vedendo le sue pecore abbandonate a se stesse, può Gesù lasciarle sbandate, affamate, assetate, disorientate, senza verità, giustizia, grazia, misericordia, pietà, compassione, speranza, salvezza? Non può Lui lasciare questa grande moltitudine e occuparsi del riposo dei suoi discepoli. Essi potranno riposare da soli. Mentre Lui si potrà dedicare alla cura del gregge che il Padre oggi gli ha mandato. È questa una scelta di sapienza, intelligenza, grande responsabilità, abilità nel discernimento.

La giustizia per un pastore non è opera assoluta da decidere apriori una volta per sempre. Per un buon pastore la giustizia è invece opera sempre attuale. Può la sera addormentarsi stabilendo e decidendo alcune cose da fare il giorno dopo, ma subito al mattino deve dare un nuovo corso alla sua vita, perché vi è una giustizia immediata cui provvedere. La nostra giustizia pastorale spesso è determinata da regolamenti, norme, statuti, orientamenti risalenti al tempo di Noè, prima che iniziasse a costruire l’arca.

Il buon pastore è sempre il “fondatore” della giustizia del suo gregge. Per questo lui deve vivere in perfetta comunione di verità, sapienza, discernimento, con lo Spirito Santo. È lo Spirito del Signore il “Fondatore” di ogni giustizia. Il buon pastore assume dallo Spirito di Dio e trasforma in opera di giustizia attuale quanto serve al suo gregge. Se si distacca dallo Spirito Santo, potrà anche camminare con una perfetta giustizia, attinta dai manuali, ma essa è artificiale. Essendo costruita e pensata a tavolino, è inutile e dannosa per il suo gregge. Il pastore è investito di un’altissima responsabilità: vivere con il suo gregge e per esso di giustizia sempre attuale, di oggi per oggi.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di giustizia attuale.

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