Categorie: Verbum Domini

Vangelo (28 gennaio) La lampada viene per essere messa sul candelabro

Mc 4,21-25
La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Il discepolo di Gesù è fatto luce nel Signore e luce deve rimanere per tutti i giorni della sua vita. Non può essere luce ad intermittenza e neanche saltuariamente, in certi momenti, quali alcune feste o speciali ricorrenze che richiedono di essere vestiti a festa. Non si può essere cristiani a Natale, Pasqua, Feste Patronali, mentre si compie qualche pellegrinaggio.

La luce deve essere sempre luce, posta sul candelabro per illuminare quelli che sono nella casa. Altrimenti il buio e le tenebre morali affliggono l’intera umanità. Essere luce sempre è la più grande carità che il cristiano fa al mondo.

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In quale casa il cristiano deve essere luce posta sul candelabro? Nella casa della Chiesa, società, politica, economia, Borsa, finanza, industria, fabbrica, Università, Scuola, stadi, spiagge, strade, ricerca, scienza, tecnologia, ufficio, professione, missione, ospedali, luoghi di divertimento, forze armate di ogni ordine e sotto qualsiasi grado, in condizione di guerra o di pace. Ogni luogo in cui il cristiano mette piede, per qualsiasi motivo, lì è la casa nella quale deve brillare, illuminare, orientare.
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Il cristiano è persona che si è rivestito di Gesù. Cristo Signore deve essere più che la sua pelle, più che il suo cuore, la sua anima, il suo spirito, i suoi pensieri, i suoi desideri, la sua volontà. Lui è il sole che deve illuminare il mondo dal candelabro del suo corpo, sempre, senza alcuna interruzione. Questa verità è gridata da San Paolo.



Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa (Gal 3,23-29).

Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è detto – diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (1Cor 6.15-20).



La morale non è una sovrastruttura artificiale imposta al nostro essere. È invece vivere secondo il proprio essere. La morale è il frutto dell’essere. L’uomo spirituale produce secondo la mozione dello Spirito di Dio. L’uomo naturale produce seguendo gli impulsi della sua concupiscenza. Il primo produce opere di vita, il secondo frutti di morte.

Nessuno può essere cristiano nel segreto del suo cuore, allo stesso modo che il sole non può essere sole nel segreto del suo cielo. Come il sole deve illuminare, riscaldare, fecondare la terra, così dicasi del cristiano. Lui deve illuminare, riscaldare, fecondare l’umanità di vita nuova, eterna, divina. È questa la sua carità perenne. Le altre opere di carità dovranno essere il frutto della sua luce, il segno della verità che governa il suo cuore. Se il cristiano illumina i suoi fratelli di luce divina e santa, il Signore illuminerà lui e lo ricolmerà di luce sempre più intensa. Se lui diventerà tenebra, perderà anche quella poca luce che crede di possedere. Diventerà nel mondo tenebra infernale. Quando il cristiano diventa tenebre, questa è più grande di ogni altra tenebra. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vera luce per il mondo.



Commento a cura del Movimento Apostolico

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