Tutti vanno dietro a cani e gatti, Francesco all’amore di Dio

L’Udienza che passerà alla storia per essere quella in cui Papa Francesco ha detto che cani e gatti vengono dopo gli umani, è stata invece un incontro sulla vita interiore. Repubblica, Messaggero, Corriere, Tempo, Giornale hanno tutti titolato più o meno: «C’è chi ama gatti e cani ma non aiuta i propri vicini»” e invece se vai al sito della Santa sede o di Radio Vaticana trovi: “Pietà non è pietismo”. Cattivo giornalismo? Forse solo che cani e gatti si conoscono e invece emerita sconosciuta è la vita di pietà o vita interiore, che dir si voglia. È capitato a Gesù di raccontare che prima della Resurrezione veniva la Croce e di accorgersi che i suoi discepoli capivano bene la seconda cosa ma erano del tutto indifferenti alla prima.

La frase su cani e gatti è stato solo un esempio – piccolo – di come sia facile fare della misericordia non il volto di Dio ma una scorciatoia per provare sentimenti di compassione scordandosi dell’amore. Il punto però non erano i felini e i canini ma la misericordia. Che è di Dio. E davanti allo sguardo di Dio non si può lasciare fuori nessuno: o si ama tutti e tutto perché tutti e tutto vengono da Dio e dal suo amore, o non si ama. Il problema cioè non sono il cane o il gatto: il problema siamo noi. Siamo noi che abbiamo bisogno di pietà, di provarla su di noi e di donarla agli altri. E abbiamo bisogno – questo intendeva il Papa – di pietà vera e non di pietismo.

Siamo noi che dobbiamo leggere e rileggere le parole del Papa sulla misericordia e imparare a impietosirci, troppo comodo fermarsi a cani e gatti. Loro non hanno bisogno delle parole del Papa perché loro capiscono già l’amore che dà una carezza: siamo noi che non sappiamo riconoscere in un vicino di casa il prossimo anche se magari sappiamo a memoria i passi del vangelo sul buon samaritano.

“Per Gesù provare pietà equivale a condividere la tristezza di chi incontra, ma nello stesso tempo a operare in prima persona per trasformarla in gioia.” Ecco perché dovrebbe passare alla storia questa Udienza Giubilare: perché il Papa definisce la pietà come condividere la tristezza di chi si incontra e operare in prima persona per trasformarla in gioia. “Condividere” vuol dire dividere in due. Significa aiutare una vicina a portare la spesa, prenderle le buste più pesanti e accompagnarla all’ascensore.

Prima e più che di cani e gatti, cioè, il Papa sta parlando dei nostri vicini di casa. Li incontriamo, li incontriamo sul pianerottolo o in ascensore, e non li guardiamo. La misericordia – sta dicendo il Papa – è così divina da essere molto piccola, da entrare in un saluto più gentile del solito, in due parole meno frettolose. E in questo, direi, i cani aiutano molto: hanno sempre un’annusatina e una scodinzolata pronta per chi non si conosce.

“Operare in prima persona”. La misericordia è così. Nasce dalla nostra vita interiore e si fa vita senza aggettivi, senza differenze tra vita interiore e vita esteriore. È vita che si fa vita. Opere più che ragionamenti.

Forse i media si sono concentrati sui cani e sui gatti perché sembra tremendamente irreale pensare di alleviare sul serio la tristezza del nostro prossimo. Non ce la facciamo con i figli e con i parenti più stretti, figuriamoci con il vicino di casa. Mi sa che il Papa si è sbagliato, pensiamo: mi sa che è fuori dal mondo. Sarà meglio concentrarsi sui cani e sui gatti.

Non credo il Papa sia così inconsapevole. Ieri ha citato Gesù, la Sua vita, Lui che è venuto nel mondo e che non ne è rimasto fuori. Nessun errore del Papa, dunque. Lui vuol proprio dire che per alleviare la tristezza dei vicini serve la nostra presenza, fosse anche solo per pochi minuti di ascensore. Presenza è alleviare la tristezza senza pietismo. Non c’entrano i cani e i gatti, quella era solo una battuta. Guardiamo invece alla condanna del pietismo. Che è le parole della pietà senza le opere della pietà. Alleviare la tristezza si può, ma solo con la pietà. E la pietà non è mai troppo piccola. La pietà è la busta della spesa che cambia di mano, una carezza al cane del vicino.

Se c’è pietà c’è misericordia, se c’è misericordia c’è amore, se c’è amore, persone cani e gatti convivono tranquillamente e ordinatamente nel nostro cuore e nei nostri condomini.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da IlSussidiario.net


Ultimi articoli

Si avvicina la festa della Madonna di Pompei! Oggi, 6 Maggio 2024, è l’8° giorno di Novena

Novena alla Madonna di Pompei: 6 Maggio, oggi è l'8° giorno di preghiera Prima di cominciare la Novena, pregare Santa…

6 Maggio 2024

Recita la ‘potente’ Novena alla Madonna di Fatima per ottenere grazie. Oggi, 6 maggio 2024, è il 3° giorno di preghiera

Novena alla Madonna di Fatima per chiedere grazie, oggi, 6 maggio 2024, siamo al 3° giorno di preghiera Invoca nella…

6 Maggio 2024

Ogni Giorno Una Lode a Maria, 6 maggio 2024. Santa Maria Bella (di Cantù), prega per noi

Ogni Giorno Una Lode a Maria, 6 maggio 2024. Santa Maria Bella (di Cantù), prega per noi Una giovane ragazza…

6 Maggio 2024

Vangelo di oggi. Lettura e Commento alla Parola di Lunedì, 5 Maggio 2024: ‘lo Spirito della verità..’

Il Vangelo di oggi: Lunedì, 5 maggio 2024 Lettura e commento al Vangelo del giorno - Gv 15,26-16,4: "Lo Spirito…

5 Maggio 2024

Il Santo di oggi, 6 Maggio, festa della Beata Maria Caterina Troiani: la suora santa. Invocala con la supplica!

Beata Maria Caterina Troiani: vita e preghiera Costanza Troiani, in religione Maria Caterina di Santa Rosa da Viterbo, è stata…

5 Maggio 2024

Cara Mamma, puoi benedire così i tuoi figli prima di dormire! Preghiera della notte, tra il 5 ed il 6 maggio 2024

Cara Mamma, puoi benedire così i tuoi figli prima di dormire! Alla sera, specialmente, prima di andare a dormire, invitiamo…

5 Maggio 2024