Questa mattina davanti al telo c’ero anch’io. E’ stata un’esperienza davvero unica, un fiume di emozioni scaturisce dal profondo del cuore quando ci si trova a pochi metri, a “tu per tu”, con l’immagine di quell’Uomo che ha sofferto i dolori della Passione di Gesù.
«Il mondo ha bisogno di Amore più grande! L’Amore che vince sul male e che porta riconciliazione; più forte delle avversità e delle difficoltà». Oggi in occasione dell’anteprima dell’Ostensione 2015, a cui hanno partecipato autorità ecclesiali e civili, promotori, sostenitori e giornalisti, l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, Custode pontificio della Sindone, davanti al sacro Telo, ha sottolineato quanto la Sindone sia un forte segno di speranza.
L’incontro ha anticipato l’apertura dell’Ostensione di domani, domenica 19 aprile, con la solenne concelebrazione eucaristica alle 11 in Cattedrale.
«C’è qualcosa di meraviglioso e profondo ogni volta che si contempla la Sindone – ha commentato l’Arcivescovo – non è la contemplazione di un uomo morto, ma di un uomo che ha dato la vita per tutto il mondo».
Richiamando le parole di papa Francesco per l’Ostensione televisiva del 2013 il Custode ha sottolineato come non siamo solo noi che contempliamo l’immagine, ma è quel Volto che guarda il nostro cuore.
«Con la croce il Signore ha preso su di sé tutto il male e l’ingiustizia dell’umanità – ha evidenziato – per darci la forza di superarle e vincerle; la Sindone testimonia quanto la vita prevalga sulla morte, l’amore sulla violenza e sull’odio».
«Sostare davanti alla Sindone – la proseguito – significa accogliere questi segni d’amore, di un Amore più grande che si è speso per l’umanità. Vorrei che i pellegrini portino questo dono nella loro vita quotidiana che deve risplendere di speranza».
Mons. Nosiglia con il sindaco Piero Fassino e il Comitato organizzatore dell’Ostensione hanno inaugurato il percorso di avvicinamento al Duomo lungo 850 metri, che porterà i pellegrini davanti alla Sindone.
Don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone, ha illustrato le tappe del cammino. Innanzitutto il percorso dei santi torinesi, come san Giovanni Bosco di cui ricorrono i duecento anni dalla nascita e a cui l’ostensione è collegata; Pier Giorgio Frassati, di cui si celebra il novantesimo anniversario dalla morte e fratel Bordino che verrà beatificato il prossimo 2 maggio. Centrale la sala della pre-lettura del Telo sindonico che consente di conoscere i segni impressi sul sacro Lino, come occasione di meditazione prima dell’incontro con la Sindone. Per i non vedenti la Sindone è stata riprodotta su una lastra di alluminio fresato, che permette di “sentire al tatto” l’immagine e le ferite impresse sul Lenzuolo.[wzslider autoplay=”true”]
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