Riviviamo insieme l’ultimo giorno di vita del piccolo grande confessore di Padova…
Alle 5 del mattino del 30 luglio 1942 padre Leopoldo percorse con grande fatica i pochi passi che separavano la sua cella fino alla cappella dell’infermeria del convento. Lì, per un’ora e mezza, si preparò, pregando, alla celebrazione della messa. Era pienamente lucido e sereno.
Verso le 6.30, chiamò il fratello infermiere perché lo aiutasse a indossare i sacri paramenti per la messa; ma il Signore aveva disposto diversamente. Fu un istante: un collasso al cuore gli tolse coscienza. Si accasciò al suolo. Fu subito soccorso e trasportato nella sua cella e adagiato sul letto. Si riprese, era calmo e ripeteva: ‘Signore sia fatta la tua volontà. Solo, non guardare alle mie colpe, ma usami misericordia ’.
Ricevette il sacramento dell’unzione degli infermi. Pochi minuti dopo, mentre recitava le ultime parole della preghiera Salve Regina, tendendo le mani verso l’alto, spirò.
I fedeli,oggi, continuano a pregarlo nella cappella accanto alla chiesa del convento dei Cappuccini di Padova che gli è stata dedicata e dove, dal 1963, riposa il suo corpo.
La sua tomba, insieme alla piccola cella-confessionale sopravvissuta, secondo la sua profezia, al bombardamento che il 14 maggio 1944 distrusse la chiesa, è divenuta luogo di pellegrinaggio.
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