Sabato 29 novembre – Ti aspetto

State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Luca 21,34-36. 

Sei tu che mi ubriachi.
Amore mio.
Tu mi riempi e esci da ogni mio poro, da ogni mio sguardo, da ogni mia carezza, da ogni mia parola.
Sei tu che mi prendi.


Pregarti è parlarti.
Pregarti è stringerti.
Pregarti è baciarti.
Pregarti è sentirti.
Pregarti è mangiarti.
Pregarti è bere il tuo odore , il tuo sapore.

Sei tu il mio pensiero.
Dove sei?
Quando tornerai?
Con chi sei?
Mi chiamerai presto?
Mi vedrai presto?
Mi abbraccerai presto?

Voglio solo la tua sete. La sete di te.
Voglio solo sfinirmi di te. Abbracciata a te.
Voglio solo affannarmi di te. Ogni mio pensiero pieno di te.
Pazza di te.
Stolta di te.
E quando arriverai sarò pronta.
Piena di te.
Pronta per te.

Arrivi come estate.
Arrivi come giorno.
Arrivi come laccio.
Dopo un freddo inverno.
Dopo una buia notte.
Dopo una libertà randagia.
Voglio scaldarmi, che mi scaldi.
Voglio guardarti, che mi guardi.
Voglio essere tua, il tuo regno.

Sono sveglia.
Non mi prenderà il freddo.
Non mi accecherà il buio.
Non mi perderò senza te.
Sono sveglia.
Il cuore pieno ma manchi tu.


Vieni.
Vieni a riempirmi.
A scaldarmi.
A guardarmi.
A darmi casa in te.

Sono sveglia e ti parlo.
Chiamo il tuo nome.
Amore mio.
L’inverno è freddo, amore mio.
Ma non ho voluto scaldarmi senza te.
Il mio cuore è vuoto.
Vuoto di te.
Ti aspetto.

Sono sveglia e ti parlo.
Chiamo il tuo nome.
Amore mio.
Le mie braccia sono vuote, amore mio.
Vuote di te.
Ma non ho voluto riempirle, senza te.
Ti aspetto.

Sono sveglia e ti parlo.
Chiamo il tuo nome.
Amore mio.
La mia bocca è secca, amore mio.
Secca di te.
Ma non ho voluto bagnarla, senza te.
Ti aspetto.

Sono sveglia e ti parlo.
Chiamo il tuo nome.
Amore mio.
Il mio cuore batte piano, lento, suono sordo, pesante.
Mancano le tue carezze.
Ma non ho voluto colmarlo.
Aspetto la tua mano.
Aspetto te.

Arriverai e sarai laccio.
E io mi legherò a te.
Alla tua vita.
Alla tua casa.
Come sempre.
Ma per sempre.
Vieni amore mio.
Vieni amore mio.

Di Don Mauro Leonardi

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