“Beati quelli che credono”. Questo il tema del Simposio Internazionale sulla Catechesi in corso, da ieri sino a domani, presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Cattolica Argentina (UCA), a Buenos Aires. A tutti i partecipanti è giunto oggi il saluto di Papa Francesco, in un messaggio indirizzato a mons. Ramón Alfredo Dus, arcivescovo di Resistencia e presidente della Commissione episcopale per la catechesi e pastorale biblica.
Il Papa prende spunto dalla figura di San Francesco d’Assisi per affermare che il predicare, vocazione e compito del catechista, è qualcosa di molto concreto. “Quando visitiamo gli ammalati, quando diamo cibo ai poveri. Ecco, questo è già predicazione”, dice San Francesco a un suo seguace.
La catechesi, approfondisce il Papa, non è un lavoro, ma una sorta di missione attorno alla quale ruota la vita stessa di chi affronta quest’attività. “Essere catechista è una vocazione di servizio nella Chiesa, un dono del Signore – sottolinea Francesco – che cambia la vita. Al centro di tutto, il “kerygma”, l’annuncio della morte e resurrezione del Signore, centro della vita cristiana.
Il catechista cammina da Cristo e con Cristo, non è una persona con le proprie idee e i propri gusti, ma li ha messi da parte in virtù di quello sguardo che infiamma il cuore. E’ in pratica – afferma con forza il Papa – il centro della nostra vita, che allo stesso tempo ci fa uscire da noi stessi, ci decentra e ci rende più vicini agli altri.
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Papa Francesco, parlando della catechesi, descrive in pratica il grande dinamismo dell’amore per Cristo: concentrazione per incontrare il Signore, che subito dopo si apre per amore, per testimoniare agli altri Gesù, la sua predicazione e la sua vita.
L’attività del catechista – scrive ancora il Papa – è anche creativa e va alla ricerca di modi e mezzi differenti per annunciare Cristo. Vuol dire – conclude Francesco – essere messaggeri di quanto sia bello credere in Gesù, perché egli è “la via, la verità e la vita”, che riempie e cambia la nostra vita con gioia e letizia. E’ importante allora essere all’altezza della situazione, sempre, perché Lui è già nell’uomo di oggi.
Il servizio è di Giancarlo La Vella per la Radio Vaticana
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