Renzi, Salvini e la piccola storia in nero di Sayyid

Mentre Renzi definisce meschino chi parla d’invasione a proposito di migranti e Salvini lo rimbrotta, io vi racconto la storia di Sayyid, piccola come lui.

Libico, in Italia da anni, documenti in regola, gran lavoratore è occupato tutto l’anno tra case private e pulizia di condomini. Cerca sempre lavori, anche umilianti, anche col caldo, anche d’estate, e li trova. Lavora bene e la voce si sparge. Ha famiglia qui da noi e i documenti suoi e della famiglia sono in regola. Alcuni mesi fa trovò un lavoro per le ultime cinque ore della settimana rimastegli libere. Cinque ore ad aiutare nelle pulizie di una famiglia.

Queste cinque ore contengono un miracolo perché la nuova famiglia mette in regola Sayyid. Quelle cinque ore settimanali finiscono all’Inps. Sayyid, dopo anni, ha il suo primo lavoro regolare. Ha il suo primo bollettino Inps. Per la prima volta i documenti in regola di Sayyid servono a qualcosa.

Un giorno di pochi giorni fa – per questo scrivo qui – Sayyid torna a ringraziare la sua famiglia delle cinque ore per “il miracolo delle carte in regola”. Ringrazia perché adesso ha una casa. Perché? Dove viveva prima? Sayyid, come dicevo, ha i documenti in regola, non è mai stato tra gli immigrati clandestini che temiamo e che alimentano i sondaggi “di pancia”, quelli che alterano la nostra percezione sull’immigrazione. Lui aveva tutto in regola, e lavorava pure, ma lavorava in nero. Aveva tantissimi “italianissimi” datori di lavoro, che davano però solo lavori in nero. “In regola ti costa il doppio”. “Per metterlo in regola sai le carte? Devi fare duecentocinquantamila giri”. “Per poche ore non vale la pena, lo mettesse in regola la pizzeria dove lavora a tempo pieno”.

Però Sayyid era senza casa perché se hai solo lavori in nero nessuno ti affitta un appartamento: ti danno una stanza -a nero- in un appartamento che è un vespaio di immigrati. Regolari loro, gli immigrati, irregolari i proprietari che rimangono inesistenti per il fisco.

A Sayyid è bastato un minuscolo bollettino Inps, piccolo come le sue cinque ore, per trovare chi gli dava casa, gli affittava in regola un piccolo appartamento. Sayyid tiene i suoi documenti in un’ordinatissima cartellina che la dovreste vedere. Ora, in trasparenza, campeggia il contratto di affitto con spillato il bollettino dei contributi pagati.

Ho raccontato a Sayyid di Renzi e Salvini e si è messo a ridere. Poco però. Non aveva tempo. Doveva correre a lavorare.

Di Don Mauro Leonardi

Tratto da HuffPost


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