Italiae et Ecclesia

Questa domenica vi portiamo al Santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino

La basilica santuario di Santa Maria dei Miracoli o Madonna dei Miracoli si trova in lo calità Miracoli, nel comune di Casalbordino, in provincia di Chieti.

Santuario madonna dei Miracoli Casalbordino

E’ grande meta di pellegrinaggio non solo da parte del popolo abruzzese, sulla terra che ha visto l’apparizione di Maria.

Dal sito del Santuario riportiamo la sua storia.

La storia

La Basilica – Santuario della Madonna dei Miracoli, si erge a Miracoli, frazione di Casalbordino (CH), ed ha origine dall’apparizione della Beata Vergine Maria ad un anziano di Pollutri, Alessandro Muzio, avvenuta nel lontano 11 giugno 1576.

L’apparizione è enunciata in un documento scritto da don Giuseppe Muzio, figlio di Alessandro Muzio. Il documento è conservato oggi nell’archivio parrocchiale di Pollutri e così attesta:

Il giorno precedente, nel quale ricorreva la solennità della Pentecoste, una terribile tempesta di grandine si era scatenata su tutto il territorio di Casalbordino, devastandone i raccolti. Il giorno successivo, passata la tempesta, Alessandro si recò nel territorio di Casalbordino, precisamente in località Pian del Lago, per constatare le condizioni del campo coltivato a grano che ivi possedeva. Quando arrivò nel punto in cui sorge attualmente il Santuario, mentre recitava il rosario, sentì la campana della chiesa parrocchiale di Casalbordino che annunciava la consacrazione dell’Eucarestia e si inginocchiò in adorazione. Proprio in quel momento, avvolta da una vivissima luce, gli apparve la Madonna. La Vergine parlò all’uomo rimasto in ginocchio ai suoi piedi con la corona del rosario fra le mani. La Madonna indicò nel peccato degli uomini la causa del disastroso temporale del giorno precedente, assicurò il vecchio che il suo campo era stato risparmiato dalla furia della grandine e gli affidò il messaggio per il parroco di Pollutri, affinché predicasse il rispetto del 3° Comandamento: ricordati di santificare la festa. Al termine del messaggio la Madonna scomparve, lasciando asciutto il terreno su cui aveva posato i piedi.

Statua presente nel Santuario della Madonna dei Miracoli Casalbordino

Riconosciuta l’autenticità dell’apparizione, fu subito costruita una cappella, verso la quale si susseguirono numerosi pellegrinaggi. Nei paesi del circondario si sviluppò ben presto la devozione verso la Madonna, tanto che già prima del 1614 la piccola cappella rurale venne ampliata conservando l’altare e il muro sul quale era stata affrescata l’immagine della Madonna. Il verificarsi di numerosi avvenimenti straordinari portò ben presto ad invocare la Madonna di Casalbordino quale “Madre SS.ma dei Miracoli” (successivamente “S. Maria dei Miracoli” e poi “Madonna dei Miracoli”); conseguentemente, anche la località dove era apparsa la Vergine, “Pian del Lago”, cambiò denominazione con quella di “Miracoli”. Con il passare degli anni aumentò sempre più la devozione, tanto che i pellegrini affluivano non più solo dall’Abruzzo, ma anche dal vicino Molise.

Le autorità allora decisero di costruire un nuovo tempio più grande e accogliente. L’opera venne progettata nel 1824 dall’architetto Torresi, che concepì il nuovo edificio sacro con pianta a croce greca. L’altare maggiore, quello della Madonna, restò comunque il primitivo altare del 1576 che conservava l’affresco dell’apparizione, e fu solo ingrandito con un rivestimento in muratura.

Durante il XIX sec., a causa dell’umidità, della polvere e del fumo delle candele l’affresco della Madonna subì gravi danni. I restauri modificarono l’immagine primitiva della Vergine e la devozione portò a fare delle copie che, in alcuni casi, risultarono delle vere e proprie contraffazioni, come quella della Madonna che siede su di un albero. Nel 1880, mons. Ruffo Scilla, arcivescovo di Chieti, fece staccare l’affresco della Madonna, lo fece riportare su tela e realizzare un nuovo altare maggiore in legno. Aumentando sempre più la devozione, verso la fine del XIX sec. si cominciò a pensare all’incoronazione dell’effigie della Vergine. Il primo ad averne l’idea è il benedettino di Subiaco P.D. Idelfonso Tiberio, originario di Casalbordino, che nel 1878 la propose nel suo scritto: “Breve memoria del Santuario”. L’arcivescovo di Chieti, Mons. Rocco Cocchia, cappuccino, ottenne dal Capitolo Vaticano il decreto dell’incoronazione della Madonna con data 2 Gennaio 1897. Cominciarono subito i preparativi. La corona d’oro venne commissionata alla ditta Tanfani di Roma, orafi pontifici, dal vescovo di Lacedonia, Mons. Nicola Zimarino, anch’egli originario di Casalbordino.

L’11 giugno 1899 Mons. Cocchia, alla presenza di Mons. Zimarino, di Mons. Giuseppe Morticelli, vescovo di Penne ed Atri e di Mons. Bernardino D’Imilia, vescovo di Larino, incoronò l’effigie della Madonna dei Miracoli fra gli applausi e le lacrime di una folla imponente di fedeli. In occasione dell’incoronazione si calcola che accorsero al Santuario circa duecentomila pellegrini.

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L’apparizione

Il Documento storico scritto da don Giuseppe Muzio, figlio di Alessandro Muzio, oggi conservato nell’archivio parrocchiale di Pollutri, racconta dell’apparizione della Madonna nel lontano 11 giugno 1576.

Santuario Madonna dei Miracoli Casalbordino

Si riporta, qui di seguito, il testo integrale del registro più antico esistente nella parrocchia San Salvatore di Pollutri, il “Libro unico dei battezzati, morti, matrimoni e confermati del 1601”:

“Andando Alex. Mutio di Pollutro vecchio di settant’anni in circa, homo stimato da bene, di bona vita, et timoroso di Dio in giorno di lunodi, festa seconda della santa Pentecoste, undici di Giugno, et festa di S. Barnaba nell’anno 15?? avante la celebratione della Messa con la corona in mano, recitando et dicendo una terza parte del Rosario, essendo in quello molto devoto, per vedere il suo campo di grano, seminato allo piano del laco territorio di Casalbordino, et essendo quasi avvicinato a detto Campo, udì sonare la campana di detta terra di Casalbordino, che s’alzava il santissimo sacramento del corpo di Nostro Signore nella santa Messa s’ inginocchiò devotamente per adorare quel santissimo sacramento come cristiano dicendo; Deh Signore et redentore della generatione humana, che discendesti dal Cielo ha prendere carne humana nel Ventre della gloriosissimo Vergine Maria Madre tua santissima, et rnia principalissima advocata per atto di vera carità, solo per redimere il gener humano, habbi compassione di me scelerato peccatore: subbito in quello dire gl’apparve la Madre di gratia et di Misericordia dicendogli, deh mio devoto non dubitare, sappi che hier’ sera il mio figliolo unigenito per li molti peccati che si commettono quotidianamente dalli cristiani haveva determinato di distruggere tutto il mondo con la grandine, et tempesta giachè in esso giorno ad hora di vespero si mutò il tempo con grandissimo vento, pioggia etgrandine, che si suspicava che tutti li seminati erano persi, sopragiungendogli, o devoto mio, andate pure allegramente al vostro campo che non vi è danno veruno, tornate poi, et dite al vostro Arciprete che faccia osservare li giorni festivi che per tale causa, alle volte il mio figliolo manda sopra la faccia della terra grandine, tempesta, venti nocivi: detto questo disparve. Raccontò egli che quanto apparse quello bosco era pieno di splendore et lume, et in esso loco, dove la Regina dei Cieli si fermò, restò asciutto, essendo il terreno fangoso, et bagnato dall’acqua dello giorno precedente: detto Vecchio s ‘alzò in piedi tutto allegro, et contendo et andò à detto campo di grano, dove non vi trovò danno alcuno, et poi tornò alla terra di Pollutro non ritrascendo altrimenti alla sua casa, et andò a trovare il detto Arciporete, che per nome si chiamava D. Mariano Diddono della terra di latessa alle cui parole hebbe credito, et subbito fu avvisato il Molto Reverendo Vicario d’Arbona a quel tempo in Lanciano chiamato D. Gio: Tom Mancino, homo di grande littere, et dottore savio et prudente, et scrittogli il caso successo, subbito senza dare di mora, se ne venne a pigliare informatione della vita di detto Alexandro, et ci esamino genti di Pollutro et anco di Casalbordino, et certificato della bona vita, riconobbe anche il loco asciutto, dove era stata la Madonna santissima et diede ordine, se li fabricasse la Chiesa ad honore suo, essendo esso il primo a buttarci la pietra, creando li procuratori, Geronimo di Geronimo et Giovanni Fatalone di detta terra di Casalbordino, li quali in breve tempo, e nell’istesso anno ferno fabbricare una chiesiola con un’altarino et imagine di detta gloriosissima Vergine Maria, et in piede d’essa imagine vi stava detto Alessandro, come al presente sta, benchè poi detta Chiesa s’ingrandita, alzato lo capo altare, dipingendosi di bellissime figure, oltre l’altre due altari del Carmine et Costantinopoli, et altri ornamenti, dove fiorisce di devotione, et miracoli per virtù d’essa gloriosissima Vergine, la quale sia sempre propitia, et advocata à suoi devoti. D. G. Mutio figlio di detto Alexandro, senza fintione ho scritto detto successo di propria mano”.

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La giornata monastica dei monaci benedettini del Santuario

I monaci benedettini

La comunità benedettina di Miracoli è formata da 9 monaci e un oblato regolare.
 

La giornata monastica inizia alle 5.00 del mattino: una campanella elettrica suona per un minuto interminabile dando il segnale della sveglia. I monaci saltano giù dal letto un po’ assonnati, ma entusiasti di prepararsi per la prima delle sette “udienze” quotidiane dell’Eterno.
 

La prima parte della giornata è marcatamente segnata dall’ascolto e dalla preghiera.

Alle 5.20 la comunità  si riunisce nella cappella interna per elevare la preghiera dei Salmi e disporsi all’ascolto di brani della S. Scrittura e dei Padri della Chiesa. L’ascolto comune termina alle 6.10 e prosegue poi singolarmente nella propria cella fino alle 7.30 per le lodi mattutine in canto gregoriano nel coro monastico della Basilica. L’ascolto, la risposta, il canto, il giubilo del cuore dei Benedettini nasce dal sentirsi sempre cercati, accolti, ascoltati, rincuorati, educati e inviati dal Signore nel concreto della giornata monastica.

Alle ore 8.00 ha inizio la S. Messa conventuale, il centro della giornata, in cui tutta la comunità si ritrova unita per crescere per la potenza dello Spirito con l’immersione nel mistero pasquale di Cristo e il rinnovo dell’Alleanza in Lui. Anche la S. Messa concelebrata è cantata in gregoriano. Dopo la S. Comunione vi è il canto dell’Ora Terza.

Alle ore 9.00 si consuma una veloce colazione per iniziare la giornata lavorativa e ogni monaco raggiunge il luogo del suo servizio per la comunità.

I monaci sacerdoti sono tutti impegnati a turno nell’assistenza dei pellegrini per le confessioni, tanto che nel nostro Santuario è sempre possibile trovare un monaco pronto all’ascolto.

Santuario MAadonna dei Miracoli

Il principale e arduo servizio monastico è svolto dal P. Priore che come vero padre è chiamato dal Signore e dalla Regola di S. Benedetto ad essere animatore, suscitatore di sante responsabilità, costruttore assiduo di comunione e di armonia nella comunità, dove ogni monaco deve dare il meglio di sé, anche se ottantenne. Si comprende come però ogni monaco è impegnato a costruire la comunità vivendo nella docilità agli insegnamenti evangelici del padre del monastero e ad essere gioiosamente coinvolto in tutte le situazioni della famiglia monastica nella quale con voto di stabilità si è legato. I vari servizi di Monastero sono svolti dal cellerario, che si occupa delle necessità materiali della comunità e dei singoli, il Maestro dei novizi, responsabile della formazione dei giovani aspiranti monaci, il foresterario che accoglie e guida gli ospiti, il P. Parroco impegnato nella cura pastorale dei fedeli che vive intorno al Santuario, il bibliotecario, il monaco portinaio, l’ortolano, il cuoco, il refettoriere.

Tanti sono i servizi, e più di uno  è anche affidato ad uno stesso monaco, proprio a causa della mancanza di vocazioni che negli ultimi decenni ha “decimato” le comunità benedettine.

Un quarto d’ora prima del pranzo, alle ore 12.45, la comunità si riunisce di nuovo nella cappella interna del Monastero per il canto dell’Ora Sesta. Nell’ampio refettorio il pranzo si svolge per una buona parte in silenzio, ascoltando la lettura della S. Scrittura, della Regola e di altro testo scelto dal P. Priore. Poi si prosegue il pasto fraterno con il dialogo ricreativo di distensione. E’ necessario infatti sentirsi famiglia, rinsaldare i vincoli di fraternità e di gioia crescendo insieme e anche scherzando in modo sano.

 
Alle 13.45 i più anziani si concedono un po’ di siesta, mentre i più giovani riassettano la cucina e il refettorio. Questo è anche il tempo per la lettura dei quotidiani e per  seguire il telegiornale. Alle ore 15.30 nel coro del Santuario si prega l’Ora Nona seguita dal lavoro o dallo studio. Nel noviziato il tempo pomeridiano è tutto dedicato allo studio personale e all’incontro con il P. Maestro.
Alle ore 18.15 la comunità si riunisce nuovamente in coro per il canto del Vespro e per la recita del S. Rosario. Al termine, verso le 19.15 i monaci si ritirano in cella per proseguire la lectio o lo studio personale. 

Alle ore 20.00 la cena comunitaria è sempre accompagnata dall’ascolto di qualche buona lettura seguita dalla ricreazione. Nella cappella interna la giornata si conclude con il canto della Compieta: riflettendo sull’andamento di essa con l’esame di coscienza si richiede al Signore il gusto di un sonno ristoratore per riprendere con più vigore il giorno successivo la “corsa sulla via dei comandamenti”, come scrive la Regola benedettina.

Alle ore 21.15 inizia il sommo silenzio caldamente raccomandato da San Benedetto.

Ecco in sintesi un ritmo di vita che ha sfidato i secoli, ben quindici! Il nostro Abruzzo un tempo fiorente di Monasteri e monaci vede ora la presenza di un piccolo e umile faro dell’Ora et Labora ai piedi della Vergine dei Miracoli. La preghiera e la stima di chi legge queste righe e dei devoti della Madre ci ottengano il coraggio e la forza di proseguire il cammino intrapreso dal 1925 ed essere degni di accogliere nuove forze giovanili dedite esclusivamente a donare se stessi a Dio, ai fratelli, per il bene dell’umanità del terzo millennio cristiano.


 

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