Gli ultimi mesi della sua vita, gravemente ammalata, Rita trascorse lunghi periodi nella sua cella. Probabilmente la nostalgia per la sua Roccaporena, il ricordo di Paolo e dei figli si faceva sentire vivo.
Forse Rita, che ha sempre pregato per le loro anime, quando sentiva avvicinarsi la fine, avvertiva una pena in cuore: sapere se il Signore aveva accolto le sue sofferenze e preghiere in espiazione dei peccati dei suoi cari. Chiede un segno e il cielo le risponde.
Ad una sua parente, che era venuta a trovarla, chiede di passare nel suo orto di Roccaporena e cogliere una rosa e due fichi. È un gennaio nevoso e freddo. La parente si reca all’orto e trova, meravigliata, la rosa e i due fichi richiesti, che coglie e porta a Santa Rita. Le sue preghiere sono state esaudite: il marito, morto ammazzato e i due figli, morti uno dopo l’altro, sono stati accolti da Dio in Paradiso
.Con un fisico ormai provato dalle tante sofferenze, Rita giunge all’alba dell’incontro celeste la notte tra il 21 e il 22 maggio dell’anno 1457. In questo momento, la tradizione vuole che le campane del Monastero, mosse da mani invisibili, si siano messe a suonare, richiamando la cittadinanza che, come per ispirazione celeste, si è recata in Monastero per venerare la suora Santa. (Fonte santaritadacascia.org)
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