Col fratello Metodio, fu dichiarato da San Giovanni Paolo II compatrono d’Europa insieme a San Benedetto. Una figura, quella di Cirillo, che – ricorda Papa Francesco – ha saputo tessere “rapporti di conoscenza e di cordialità tra i popoli, diventando anello di congiunzione tra diverse culture e tradizioni ecclesiali ”.
Auspico che una così significativa eredità spirituale e culturale susciti in tutti i vostri concittadini il desiderio dell’incontro e dell’apertura all’altro. Si tratta di saper convivere nella diversità, mediante il dialogo, la condivisione, costruendo ponti e abbattendo le barriere della diffidenza e del pregiudizio. Con questi atteggiamenti si diventa testimoni di solidarietà e artefici di pace.
D’altra parte, sottolinea il papa, la missione dei due fratelli di Tessalonica ha segnato indelebilmente “la storia, l’arte e tutta la cultura” delle Repubbliche Ceca e Slovacca: dai due Santi giungono ai giorni nostri ricchezze “spirituali e culturali”, “patrimonio morale da custodire e valorizzare sempre più”.
La vostra storia insegna che il Cristianesimo ha sempre rappresentato la fonte della speranza e la forza della ripresa , specialmente nei periodi più bui e difficili.
Dalla Grecia, Cirillo e Metodio evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia, creando “il cosiddetto alfabeto slavo” e traducendo la Bibbia “nella vecchia lingua slava”, offrendo così “un dono sia per la vita religiosa sia per lo sviluppo culturale” di quelle terre.
Il messaggio biblico-cristiano ha giovato alla nascita dello Stato giuridico sia nei vostri Paesi, come negli Stati a voi vicini. Nel Cristianesimo, annunciato mediante la predicazione e la celebrazione della liturgia, si è realizzata la svolta epocale della vostra società.
La vasta opera di evangelizzazione degli ‘apostoli degli slavi’, constata il Papa, costituisce dunque “un modello di inculturazione ancora valido nei suoi elementi essenziali”.
Il Vangelo, infatti, non indebolisce quanto di autentico si trova nelle diverse culture locali, ma aiuta le persone e le comunità a riconoscere e a realizzare il bene, la verità e la bellezza.
L’augurio finale di Papa Francesco ai politici di quelle terre è ad essere “ogni giorno”, mediante l’“importante funzione pubblica” svolta, protagonisti di “fraternità” e “limpidi e irreprensibili” promotori del bene comune, offrendo “speranza” alle loro popolazioni, per le quali il Papa invoca la benedizione del Signore.
Fonte www.vaticannews.va
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