Washington, 13. Le politiche statunitensi in materia di immigrazione sono catastrofiche. Il numero di famiglie separate al confine tra Messico e Stati Uniti è in realtà molto più alto di quanto dichiarato da Washington. Questa la diagnosi formulata da un rapporto internazionale che offre un quadro indipendente e a tratti sconcertante circa la gestione delle frontiere e in materia di asilo da parte dell’amministrazione Trump. Il rapporto denuncia gravi violazioni delle leggi nazionali e internazionali.
Secondo i dati del rapporto, l’agenzia per le Dogane e la protezione delle frontiere (Customs and border protection, Cpb) ha forzatamente separato oltre 6000 nuclei familiari stranieri giunti al confine nel periodo compreso tra il 19 aprile (quando è scattata la cosiddetta politica della “tolleranza zero”) e il 15 agosto 2018, molto più di quanto reso noto in precedenza dalle autorità statunitensi. Dall’insediamento del presidente Donald Trump ad aprile 2018, il numero delle famiglie separate è stato di circa duemila.
La Cpb ha inoltre confermato che il dato governativo in realtà non tiene conto di un non precisato numero di famiglie la cui separazione non è stata correttamente registrata, e che comprende i nonni o altri gradi di relazione familiare che le autorità giudicano «fraudolenti» e dunque escludono dalle statistiche.
«Questi numeri scioccanti lasciano intendere che le autorità statunitensi non hanno correttamente informato l’opinione pubblica sul numero di famiglie separate o che siano andate avanti con le separazioni nonostante le loro dichiarazioni di segno contrario e le sentenze dei tribunali che avevano ordinato lo stop alle separazioni familiari», ha commentato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe, che ha redatto il rapporto. «Il Congresso deve agire immediatamente per indagare e istituire un registro completo delle separazioni familiari eseguite dalle autorità e per approvare una legge che punisca le separazioni e la detenzione a tempo indeterminato dei bambini e delle famiglie», ha proseguito Guevara-Rosas.
Ma non è finita. Il rapporto documenta casi di maltrattamenti e addirittura di tortura nei confronti delle famiglie. Inoltre, diverse migliaia di domande di asilo sono state respinte senza alcuna valutazione: una aperta violazione delle norme nazionali e internazionali.
Dal 2017 le autorità statunitensi hanno adottato e imposto la prassi della detenzione obbligatoria e a tempo indeterminato dei richiedenti asilo, spesso negando loro la libertà condizionata, per tutta la durata della procedura d’esame della domanda d’asilo. Si tratta di detenzioni del tutto arbitrarie. Amnesty International ha anche dimostrato che le separazioni forzate sono continuate nonostante le dichiarazioni in senso contrario da parte della Casa Bianca e le sentenze dei tribunali che ne avevano ordinato la fine.
L’Osservatore Romano, 13/14 ottobre 2018
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