La Madonna, con l’appellativo di Beata Vergine Maria della Vita, è molto venerata nella città e nella diocesi di Bologna.
Il culto della Madonna della Vita si collega con l’omonimo ospedale fondato nell’anno 1289 ad opera della Compagnia dei Battuti a Bologna.
Nel santuario a Lei dedicato, tra il 1370 e il 1380 Simone dei Crocefissi affrescò l’immagine della Beata Vergine, l’affresco, cosiddetto della “Madonna della Vita” raffigura la Vergine seduta in trono, mentre accosta il viso alla guancia del Bambino.
Tale impostazione sarebbe riconducibile al modello delle icone definite Glycophilousa (dal greco: colei che bacia dolcemente), caratterizzate da un atteggiamento di profonda tenerezza tra la madre e il figlio.
Secondo la tradizione l’immagine era affrescata sul muro ad est, verso via Pescherie, nella prima chiesa fatta costruire. Con la ricostruzione del 1502, l’affresco, non ritenuto di particolare interesse, fu coperto da uno strato di intonaco e se ne persero le tracce.
Il 10 settembre 1614, durante i lavori di ripulitura della chiesa, l’antica immagine fu riscoperta, ancora in buono stato di conservazione. Ritenuta miracolosa, divenne oggetto di particolare venerazione da parte della Confraternita, che la elesse a protettrice dell’adiacente Ospedale e dei malati.
L’immagine fu ricollocata nel 1617 in un nuovo altare, e il pittore Ludovico Carracci (1555 – 1619) disegnò come omaggio votivo un nuovo frontale da apporre sull’affresco.
Nel crollo del 1686 l’affresco rimase illeso, e fu rimosso durante i lavori di ricostruzione della chiesa, al termine dei quali fu risistemato nell’attuale collocazione.
Il 10 settembre, a memoria del ritrovamento della Madonna della Vita, si celebra la festa tradizionale del Santuario.
In tale ricorrenza viene esposta sull’altare una preziosa miniatura del XVII secolo, contornata e coronata da una doppia fila di diamanti, con il ritratto su smalto del Re Sole.
Il gioiello, attribuito a Jean Petitot (1607 – 1691), fu un dono dello stesso Luigi XIV al canonico Carlo Cesare Malvasia, che nel 1678 gli aveva dedicato la sua opera, “Felsina Pittrice“. Lasciata per testamento alla chiesa di Santa Maria della Vita, la miniatura è oggi conservata nel Museo annesso all’Oratorio.
È la patrona degli ospedali della città e della diocesi di Bologna.
(Fonte biscobreak.altervista.org)
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O Madre mia dolcissima, i bambini hanno sempre
sulle labbra il nome della mamma
e in ogni pericolo subito la chiamano.
O Madre amorosissima, questo tu desideri:
che io come un piccolo bambino
sempre ti chiami, sempre ricorra a te.
Lascia che continuamente t’invochi e ti dica:
Madre mia, Madre mia amabilissima!
Questo nome tutto mi consola, m’ intenerisce,
mi ricorda d’amarti, mi spinge a confidare in te.
Madre mia: così ti chiamo,
così voglio sempre chiamarti, così ti voglio amare.
Rendimi santo, come tu sei santa;
rendimi un figlio degno dite.
Mi affido a te, o Maria, mio rifugio e mio amore.
L’unica mia speranza è Gesù tuo Figlio,
e, dopo Gesù, sei tu Vergine Maria. Amen.
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