Finis Mundi

L’inferno purtroppo esiste ed è terribile. Non ti spaventare leggendo questo, anzi…. rifletti!

L’inferno purtroppo esiste ed è terribile. Non ti spaventare leggendo questo, anzi…. rifletti!

Oggi alcuni ci vogliono far passare – specialmente nell’ultimo periodo – come una Chiesa ‘zuccherosa’, tutto ‘bene’ e ‘misericordia’, ‘perdono’ e ‘comprensione’. Sento poco – ma sarà una mia sbagliata opinione (non sarebbe la prima ndr) parlare dell’inferno. A parte qualche bravo esorcista, ed in più di una occasione Papa Francesco che non si stanca mai di ripetere le conseguenze alle quali andiamo incontro con una vita’poco cristiana’.

‘Inferno’ visto non come luogo comune nel senso di apice del male, ma proprio come condanna eterna, in caso di mancata ‘inversione’ di rotta nella vita. E parlo prima di tutto a me stesso, poi anche a voi che leggete.

E’ cambiato qualcosa nella Dottrina? L’Inferno è stato abolito?

Non ci deve far paura l’inferno, ci deve solo tenere sulla strada della Grazia di Dio, che è l’unico antidoto. L’unica medicina. L’unica via.

Chiedo aiuto a due Sante, per ricordare un po’ questo luogo nel quale proprio a finirci dentro, sarebbe la più grande sciagura per chiunque. E non credo sinceramente che sia proprio del tutto vuoto. Ed allora, pensando più possibile al Paradiso, non dimentichiamoci che l’alternativa è quella che state per leggere. di Daniele Venturi

L’inferno visto da Santa Teresa d’Avila

Nella visione della Santa si evidenziano vari ed importanti fattori riguardanti l’inferno:

a) Il luogo dove starebbe l’inferno, il cui ingresso è costituito da un cunicolo lungo, è stretto, simile ad un forno basso, buio e angusto. Un luogo pestilenziale dove non c’è più né speranza di conforto, né spazio per sedersi o distendersi. Il suolo, tutto melma puzzolente, è pieno di rettili schifosi. Non c’è luce, ma tenebre fittissime e intanto tutto ciò che può dar pena alla vista si vede ugualmente.

b) Le pene sofferte dai dannati. L’anima è investita da un fuoco che Teresa non sa descrivere; il corpo (la Santa è lì con l’anima e il corpo) è straziato orrendamente da dolori intollerabili. Ma tutto questo è ancora niente di fronte all’agonia dell’anima che soffre un’oppressione, un’angoscia, una tristezza e un vivo e disperato dolore “che non so – dice la Santa – come esprimermi “. “Dire che si soffrano continue agonie di morte è poco, perché almeno in morte pare che la vita ci venga strappata da altri, mentre qui è la stessa anima che si fa in brani da sé. La sofferenza più atroce è il pensiero che queste pene non hanno né fine né mitigazione alcuna”. I supplizi peggiori sono il fuoco e la disperazione interiore. Le pene e le afflizioni sono sentite in spirito ma si soffre veramente, come se si soffrisse nel corpo.

c) Dette pene sono tali da superare ogni umana immaginazione: a paragone di esse, le sofferenze più atroci di questa terra sono un niente. Quanto vien detto sull’inferno e i suoi supplizi non ha nulla a che vedere con la realtà, perché totalmente diversa.

È certo che “quanto si medita sui tormenti dell’inferno, su quello che i demoni fanno patire, o che si legge nei libri, non ha nulla a che fare con la realtà, perché totalmente diversa, come un ritratto messo a confronto con l’oggetto ritrattato. Quasi neppure il nostro fuoco si può paragonare con quello di laggiù “.

d) Oltre ai castighi diciamo così comuni per tutti i dannati, ci sono pure spaventosissimi castighi per ogni vizio particolare.

e) È la stessa anima dannata che si dilania, che si fa in brani da sé. “Non vedevo – dice la Santa – chi me li faceva soffrire  (detti tormenti), ma mi sentivo ardere e dilacerare, benché il supplizio peggiore fosse il fuoco e la disperazione interiore”.

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 L’inferno visto da Santa Veronica Giuliani

Ed ecco adesso in breve quanto di più notevole si ritrova nelle visioni di Santa Veronica:

a) L’inferno è luogo “oscurissimo” ma dà incendio come fosse una gran fornace. In tutte le altre visioni il paesaggio, per così dire, è sostanzialmente sempre quello, anche se cambiano alcuni dettagli. Anche quando si ritrova in un luogo deserto, oscuro e solitario essa non sente altro che urli, stridi, fischi di serpenti, rumori di catene, di ruote, di ferri, botti così grandi che, ad ogni colpo sembrava sprofondasse tutto il mondo. Come quando si ritrova “in una regione bassa, nera e fetida, piena di muggiti di tori, di urli di leoni, di fischi di serpenti… Una grande montagna si alzava a picco davanti a me ed era tutta coperta di aspidi e basilischi legati assieme… La montagna viva era un clamore di maledizioni orribili”. Si tratta sempre di inferno come le dice Gesù: “Mira e guarda bene questo luogo che non avrà mai fine. Così il tormento, la mia giustizia ed il rigoroso mio sdegno “. Tormento per i dannati è appunto la giustizia di Dio ed il rigoroso suo sdegno.

b) I dannati sono coloro che hanno rifiutato Dio e la sua legge, e hanno scelto di servire il proprio io. I demoni li tengono come bestie legate di diversa specie. Bestie che, in un subito, divengono agli occhi della Santa, creature (uomini), ma tanto spaventevoli e brutte, che le davano più terrore che non gli stessi demoni. La Santa li vede precipitare, dannati per sempre, in quell’abisso come una pioggia. L’inferno, secondo la Santa, lo si merita soprattutto per il peccato di ingratitudine. Le anime cioè, pur essendo nell’abbondanza di tanti beni, quasi mai sanno riconoscere la provenienza e quasi mai si ricordano di Colui che tutto ha fatto e ha donato.

c) Anche all’inferno c’è un ordine: chi ha peccato di più e più gravemente responsabile, soffre più spaventosamente degli altri che hanno peccato meno e con meno responsabilità. Per S. Veronica esiste un inferno superiore, cioè l’inferno benigno, e un inferno massimo. Esistono perciò vari reparti, raffigurati forse in quelle montagne, l’una diversa dall’altra dalle quali i dannati si precipitano nell’abisso. Infatti la montagna si spalanca e nei suoi fianchi aperti la Santa vede una moltitudine di anime e demoni intrecciati con catene di fuoco I demoni, estremamente furiosi, molestano le anime le quali urlano disperate. A questa montagna seguono altre montagne più orride, le cui viscere sono teatro di atroci e indescrivibili supplizi.

Precipitano giù, con la furia di densa grandine, le anime dei nuovi abitatori. “E a quest’arrivo, si rinnovano pene sopra pene ai dannati”. In un luogo ancora più profondo trova ammucchiate migliaia di anime (sono quelle degli assassini), sopra le quali incombe un torchio con una immensa ruota. La ruota gira e fa tremare tutto l’inferno. All’improvviso il torchio piomba su le anime, le riduce quasi a una sola; cosicché ciascuna partecipa alla pena dell’altra. Poi ritornano come prima. Ci sono parecchie anime con un libro in mano. I demoni le battono con verghe di fuoco nella bocca, con mazze di ferro sul capo, e con spuntoni acuti trapassano loro le orecchie. Sono le anime di quei religiosi bastardi, che adattarono la regola a uso e consumo proprio. Altre anime sono rinchiuse in sacchetti e infilzate dai diavoli nella bocca d’un orrendo dragone che in eterno le digruma. Sono le anime degli avari. Altre gorgogliano tuffate in un lago d’immondizie. Di tratto in tratto sgusciano fulmini. Le anime restano incenerite, ma dopo riacquistano lo stato primiero. “I peccati che hanno commesso sono i più gravi che mai vivente può immaginare”.

d) Nel fondo dell’abisso ci sono i gerarchi dell’inferno. Qui, infatti, la Santa vede un trono mostruoso, fatto di demoni terrificanti. Al centro una sedia formata dai capi dell’abisso. La Santa nota che il muto cuscino della sedia erano Giuda ed altre anime disperate come lui. Alla domanda agli angeli di chi fossero quelle anime, ella riceve questa terribile risposta: “Essi furono dignitari della Chiesa e prelati religiosi”. Satana ci sedeva sopra nel suo indescrivibile orrore e da lì osservava tutti i dannati.

e) La visione di Satana forma il tormento dell’inferno, come la visione di Dio forma la delizia del Paradiso. Qui, i beati, sono felici nella visione di Dio che è la fonte e la radice di tutti i loro beni; nell’inferno i dannati, oltre ad essere tormentati incredibilmente dai demoni che dispensano pene e sofferenze inaudite nel loro odio, è la visione di Satana soprattutto, il loro massimo nemico e artefice in parte della loro dannazione, che li fa soffrire indicibilmente.

f) Nell’inferno vi è pure la pena dei sensi: la Santa parla di fiamme e fuoco, di stridi e rumori, di fetore e fumo orrendo. Pene da non potersi paragonare a nessuna pena della terra. Grande mistero l’inferno e terribile realtà. “Molti – come disse la Madonna a Sr. Veronica – non credono che vi sia l’inferno, ed io ti dico che tu medesima che ci sei stata non hai compreso niente di cosa sia”.

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