R. – Tutti i nostri attivisti, dappertutto nel mondo – dall’America, l’Europa, l’Africa e l’Asia – stanno firmando questa petizione per esercitare una pressione forte sullo Stato di Israele e sulla Corte suprema israeliana, al fine di avere questa mappa il prima possibile.
D. – La questione del muro, oltre ai monasteri e alla scuola, riguarda anche le 58 famiglie cristiane che abitano la zona e i loro terreni: quale sarà il loro destino?
R. – Dopo la scorsa sentenza, ne è stata adottata un’altra che autorizza la costruzione del muro, e Israele afferma che resteranno solo i due monasteri con la Palestina, mentre tutti gli altri terreni saranno presi dall’esercito israeliano per la grande Gerusalemme. Però è assurdo che le case delle famiglie saranno in Palestina e i loro terreni, invece, nello Stato di Israele, perché, sì, Israele il primo anno darà a questi proprietari il permesso di entrare in Israele per lavorare i propri terreni, ma alla fine, come succede in altre parti della Palestina, glielo toglieranno. E alla fine questi terreni saranno presi dall’autorità israeliana come dei terreni che non hanno proprietari.
D. – La storia di questo muro è molto lunga e controversa: già nel 2004 c’era stata una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che si era espressa negativamente sulla costruzione di questo muro…
R. – Noi tutti, come la Corte internazionale di giustizia, siamo contro la costruzione di un muro: non è questo che garantisce la sicurezza, ma sono i “ponti”, come ha detto San Giovanni Paolo II. Noi non vogliamo che questo muro sia costruito nei nostri terreni. E se vogliono davvero costruirlo, lo facciano sul loro terreno e non rubando la maggior parte dei terreni palestinesi!
D. – La questione sicurezza è proprio quella motivata dal governo israeliano per la realizzazione di questo muro: esiste una questione di sicurezza in questa zona?
R. – La questione della sicurezza è esclusa! Lo scopo nel prendere tutti questi terreni è costruire la grande Gerusalemme per avere una città molto grande, come le capitali degli altri Paesi del mondo. La questione della sicurezza, se venite a Cremisan non c’è. Non c’è pericolo. Chi vuole oltrepassare il muro può fare atti terroristici anche con questa costruzione. La questione qui è che vengono presi terreni, per legare a Cremisan due insediamenti insieme: quello di Gilo e di Har Gilo.
D. – Come stanno vivendo le 58 famiglie interessate la situazione a questa costruzione?
R. – Sono state molto contente della prima sentenza della Corte suprema. In questo modo abbiamo ricevuto i nostri diritti ma quando è uscita l’altra decisione sono in pericolo, non sono contenti per niente. In attesa di come sarà la decisione vanno a pregare, a celebrare la Messa lì a Cremisan ricordando il Gesù lasciato nei Getsemani che viene a pregare con loro per salvare i loro ulivi.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)
Preghiera alla Madonna del Miracolo per chiedere grazie Madonna del Miracolo io ti ringrazio, so che tu mi esaudirai in...…
Luigi Maria percorse le regioni occidentali della Francia predicando il mistero della Sapienza eterna, Cristo incarnato e crocifisso, e insegnando…
E' la festa di San Luigi Maria Grignion da Montfort: vita e preghiera di un apostolo innamorato di Maria Luigi…
Papa Francesco ha celebrato la Messa in Piazza San Marco a conclusione della visita nella città lagunare. Circa 10.500 fedeli…
Nel suggestivo piazzale antistante la Basilica della Salute affacciato sulla laguna veneta, incontrando il mondo giovanile, Francesco esorta le nuove…
Novena a ‘San Giuseppe Lavoratore’ per una grazia O San Giuseppe, mio protettore ed avvocato, a te ricorro... Oggi, 28…