Merkel gela Tsipras: Stop negoziato fino a referendum

L’Eurogruppo “è unito” nella decisione di aspettare il risultato del referendum greco prima di nuovi negoziati con Atene. Lo ha scritto il ministro slovacco dell’Economia, Peter Kazimir, al termine dell’Eurogruppo, la seconda riunione dopo quella di ieri sera. E lo stesso presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, avrebbe detto che la Commissione “non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum”. “È mancata la volontà di concludere”, ha aggiunto. 

Dunque, a quanto pare situazione in stallo fino a domenica prossima, quando i greci sono stati convocati dal premier Tsipras ad esprimersi sull’accordo proposto dall’Eurogruppo e su cui il premier aveva rotto le trattative già sabato scorso. 

Da allora i negoziati sono andati avanti, con una ultima controproposta nella notte, in cui il premier greco si diceva pronto ad accettare quasi tutte le condizioni dei creditori internazionali, a parte piccoli cambiamenti. 

La lettera di Tsipras. “La Repubblica ellenica è pronta ad accettare questo accordo tecnico con i seguenti emendamenti, addizioni e chiarimenti, nell’ambito di un’estensione del programma Efsf e del nuovo prestito Esm per il quale è stata avanzata richiesta oggi, 30 giugno”, si legge nella missiva di Tsipras di due pagine risalente alla scorsa notte. In essa sono contenuti ulteriori dettagli sulla richiesta greca di un nuovo salvataggio, tramite il fondo europeo Esm, da 29,1 miliardi di euro. Atene – secondo la lettera riportata dal Ft – accetta l’intero impianto di riforma dell’Iva fatto salvo uno sconto del 30% per le isole greche. Il premier si dice pronto anche alla riforma delle pensioni come chiesta dai creditori, salvo far slittare a ottobre, anziché subito, la data di partenza dell’innalzamento progressivo dell’età pensionabile (prevista a 67 anni entro il 2022). 

L’Eurogruppo e la rata da 1,6 miliardi. Dopo il rinvio della riunione di ieri sera e il mancato pagamento al Fmi della rata da 1,6 miliardi di euro, oggi l’Eurogruppo ha discusso la richiesta di Atene di un terzo piano di aiuti. Anche il Fmi oggi si riunisce e sceglierà il termine “arretrato” e non “default” per definire il mancato pagamento di Atene della rata di debito in scadenza il 30 giugno. In tal modo la Grecia finirà in una specie di limbo e non nell’inferno degli insolventi. Ciò significa che Atene non potrà più partecipare ai fondi del Fmi finchè non avrà rimborsato gli arretrati. Inoltre il Fmi potrebbe decidere di prolungare le scadenze di Atene, in base a un meccanismo che finora è stato adottato solo due volte negli anni Ottanta per il Nicaragua e la Guyana. Molto probabilmente su questo ammorbidimento del Fmi ha influito Washington, che vuole a tutti i costi una soluzione per Atene. 

Il piano per rifinanziare il debito

. Sul modo di dare ossigeno alla Grecia, prima o, più probabilmente, dopo il referendum, l’Eurogruppo non ha voluto esprimersi, rinviando a tutto dopo il referendum. Berlino in particolare si è mostrata irremovibile e ha fatto sapere che intende iniziare a trattare con la Grecia solo dopo domenica.

L’alt della Germania. Merkel: aspettiamo il referendum. “Il negoziato con la Grecia non può tornare allo status quo: siamo in una situazione completamente nuova”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, spegnendo gli entusiasmi dopo l’ultima lettera del premier ellenico Alexis Tsipras che “non è una base per parlare di misure serie”. Ancora più categoria la cancelliera Angela Merkel: “Gli aiuti alla Grecia sono sospesi dopo che Atene ha unilateralmente abbandonato il negoziato, e ora bisogna aspettare l’esito del referendum”. La Grecia ha il diritto di fare il suo referendum sulle proposte europee, ma i partner europei hanno egualmente il diritto di rispondere a quello che sarà il suo esito, ha detto ancora la cancelliera tedesca. “La Germania ha deciso: aspettiamo il referendum”.

Tsipras invita a votare no. Nel suo discorso di oggi al Paese Tsipras continua nella sua linea sul referendum sugli aiuti, invitando il popolo a votare no. “Dire no non è solo una parola, ma è una azione specifica per raggiungere gli obiettivi. È una scelta delle persone, ognuno dovrebbe decidere come vorrà vivere in futuro. Dire no non significa dire no all’Europa, ma tornare a una Europa di valori, valori che abbiamo concordato e hanno un significato“. Duri i toni: i creditori stanno ricattando i greci per spingere a un voto positivo nel referendum di domenica prossima, ma sappiate, è la sostanza del discorso, che questa situazione di paura e di difficoltà “non durerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi”. Il proposito del governo greco è di trovare una “soluzione sostenibile” e per questo restiamo al tavolo delle trattative.

Dal canto suo il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha detto che la Grecia vuole restare nell’euro e la sua permanenza nell’Eurozona “non è negoziabile” ma i cittadini ellenici dovranno esprimersi per il ‘no’ al referendum di domenica. “I negoziati si sono fermati perchè i creditori della Grecia hanno rifiutato di ridurre il nostro impagabile debito pubblico e hanno insistito che debba essere pagato in modo ‘parametrico’ dai membri più deboli della nostra società, i suoi figli e i suoi nipoti”, ha scritto Varoufakis sul suo blog. 

Renzi a Berlino: il referendum è un errore
Il premier Renzi, in visita a Berlino, ha incontrato Angela Merkel e ha definito il referendum in Grecia un errore.

A cura di Redazione Papaboys fonti: Ansa e Avvenire

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