Sei in mezzo al mare.
E io qui, a riva.
Pochi metri d’acqua tra me e te.
Sento la tua voce.
Ma vorrei stare ancora più vicina.
Senza nulla che ci divida.
Quando esco dalle tue mani.
Mi sento mangiata.
Mi sento bruciata.
Mi sento soffocare.
Mi sento sterile.
E, poi, all’improvviso, una parte di me inizia a vivere di nuovo, a dare frutto.
Molto frutto.
Tu non mi lasci mai.
Anche se esco dalla tua mano.
Tu non mi abbandoni mai.
Anche se siamo lontani.
Tu sei in me.
Fiorirò, vivrò, darò frutti.
Che sono i tuoi.
Io so di te.
Io vengo da te.
Io torno a te.
Parola come seme.
Non basta essere terra.
Ce ne vuole tanta.
Per proteggere le radici ce ne vuole di quella buona.
Per nutrire le radici ci vuole che si richiuda sul seme.
Per coprire e nasconderne la delicatezza.
E poi ci vuole tempo.
Perché il seme muoia.
Perché la pianta nasca.
Perché il frutto sia pronto.
Sono terra.
Da aprire.
Da solcare.
Da penetrare.
Da attendere.
Da cogliere.
Sei il mio seme.
Saprò proteggerti.
Dammi tempo.
Insegnami la pazienza.
Di Don Mauro Leonardi
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