Martedì 3 marzo – Le tue parole hanno mani che mi amano

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì”dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. Matteo 23,1-12

Rabbì.
Padre.
Guida.
Quante belle parole.
Parole che fanno salire in cattedra.
Fanno sentire grandi.
Ma sono solo parole.
Se non mi aiuti a portare il mio fardello. Non sei il mio Rabbì.
Se ti metti al posto di onore, a farti servire, ad esaltarti. Non sei mio Padre.


Se ti siedi in cattedra. Ma non cammini accanto a me. Non sei la mia guida.
Tu hai liberato le mie spalle.
Accompagnato i miei giorni, il mio cammino.
Servito la mia vita.
Tu sei il mio amore.
Mi insegni.
Mi generi.
Mi guidi.

Le parole sono importanti.
Io ti ascolto, amore mio.
Le parole più belle sono le tue.
Sono parole che hanno mani.
Mani che mi aiutano.
Mani che mi amano.
Mani che pregano.
Mani che mi servono.
Sono parole che hanno gambe.
Che camminano con me.
Che fanno la strada con me.
Che mi portano a casa.
Sono parole che hanno voce da maestro.
Maestro che insegna.
Che invita.
Che indica.
Che fa la vita con me.

Io non sono Rabbì.
Non sono padre.
Non sono guida.
Nessuna cattedra per me.
Nessun banchetto.
Nessun amore.
Ma ho tutto.
Ho tutto dalle tue mani.
Dalla tua bocca.
Dalle tue parole.
Ho tutto te.
E allora la vita è piena.
E allora la vita è esaltante.

Di Don Mauro Leonardi

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