Marò. Tribunale del mare: stop processi, Latorre resta in India

Sospesi i procedimenti giudiziari nei confronti dei due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, sia in India che in Italia, ma nei loro confronti non è stata decisa alcuna misura cautelare come invece era stato chiesto da Roma.




E’ questo il pronunciamento di oggi del Tribunale internazionale del Diritto del mare di Amburgo, chiamato a esprimersi sulla vicenda dei due fucilieri accusati dall’India della morte di due pescatori avvenuta nel 2012. La vicenda ora passa nelle mani di un Ttribunale arbitrale in via di costituzione.

Il servizio di Benedetta Capelli per la Radio Vaticana
Dopo l’acceso scontro tra l’Italia e l’India sulla vicenda dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, il Tribunale internazionale del mare di Amburgo si è pronunciato sul caso dei due fucilieri che, impegnati in una missione antipirateria sulla “Enrica Lexie” nel 2012, spararono al largo delle coste del Kerala. Nell’azione persero la vita due pescatori scambiati per pirati. La Corte ha deciso di sospendere ogni procedura giudiziaria o amministrativa nei confronti dei due marò, in attesa della pronuncia del Tribunale arbitrale che è in via di costituzione. Ma proprio perché sarà compito dell’arbitrato internazionale all’Aja giudicare sul caso, il Tribunale del mare non ha accolto la richiesta italiana di misure temporanee come il rientro del fuciliere Girone, ancora in India, contrariamente a Latorre tornato dopo un malore. La decisione è stata presa a maggioranza ma non all’unanimità, 15 i “sì” e 6 i “no”.

Il commento di Angela Del Vecchio, docente di Diritto internazionale alla Luiss di Roma:
R. – Mi sembra che uno dei punti richiesti dall’Italia sia stato accettato. Si chiedeva che venissero sospesi tutti i procedimenti in corso davanti ai giudici indiani: questo è indubbiamente un successo perché ogni procedimento in corso in India contro i due marò deve essere sospeso e questo è un elemento positivo. Altra richiesta dell’Italia era che il Tribunale si pronunciasse sulla continuazione della permanenza in India dei due marò: il Tribunale non ha visto, non ha colto l’urgenza della questione e ha detto che su questo punto si pronuncerà il Tribunale arbitrale che è in via di costituzione.
D. – Quindi, possiamo dire che quest’ultimo punto è in un certo modo a favore dell’India?


R. – Potremmo dire che c’è stato un punto a favore dell’Italia e uno a favore dell’India. Del resto, è difficile vedere che dopo tre anni ci sia motivo d’urgenza, è stato plausibile che il Tribunale non la cogliesse. Diverso sarebbe stato se l’Italia avesse fatto questa richiesta nel 2013, quando la Corte suprema indiana emise la sua sentenza dicendo che era una controversia internazionale, che non era competente e che ci voleva un altro tribunale.

D. – Come si procederà per questa vicenda?
R. – Adesso, le misure provvisorie sono queste: i procedimenti in corso in Italia – e ricordiamoci che nel nostro Paese ci sono due procedimenti in corso nei confronti dei due marò: uno davanti alla Procura militare e uno davanti alla Procura ordinaria – e quelli in India devono essere sospesi. Poi, entrambi i Paesi devono comunicare al Tribunale internazionale del mare di avere agito in questo senso. Per i due marò la situazione rimane invariata. Adesso, quindi, vivremo un’altra fase e probabilmente rimangono in India.

D. – Secondo lei, quando si concluderà questa vicenda? È possibile prospettare dei tempi?
R. – Un Tribunale arbitrale ha sempre tempi lunghi nelle decisioni. Adesso, ci stiamo spostando dal Tribunale internazionale del mare a questo Tribunale arbitrale che stiamo costituendo. I tempi sono sempre lunghi, quindi dobbiamo mettere in conto due o tre anni.




di Francesco Rossi per Redazione Papaboys / Commento ed intervista di Benedetta Cappelli per la Radio Vaticana

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