“I problemi della scuola sono grandi e strutturali. Talvolta si fatica a riaccendere la speranza di poter educare! Non vogliamo negare le difficoltà”. Lo ha sottolineato il cardinale Angelo Bagnasco, oggi pomeriggio, nel suo saluto al Papa, nell’incontro del mondo della scuola con il Pontefice. Ciò nonostante, “siamo qui in tanti e da ogni città del nostro splendido e amato Paese, perché sentiamo che della scuola non può fare a meno una società che abbia voglia di riprendere in mano la direzione di marcia, il suo futuro. Confidiamo anzitutto in un fatto: la prima risorsa sono le persone, la loro qualità critica, la loro statura morale, la loro apertura ideale”. Il porporato ha ricordato che “la Chiesa italiana, nel suo cammino decennale, ha scelto l’educazione come la chiave di volta del suo impegno di evangelizzazione in una società che ha mutato pelle, ma non ha cambiato il cuore. Avvertiamo come pastori l’esigenza di coltivare il cuore delle generazioni attraverso una paziente opera educativa, che rimetta al centro quella cultura dell’incontro che, a differenza di quella dello scarto, tende a valorizzare quanto c’è in ogni persona di vero, di bello e di buono”. “Il nostro impegno – ha aggiunto il presidente della Cei – è a considerare la scuola come un tassello decisivo nella costruzione della città dell’uomo, e come una condizione necessaria per aprirsi alla realtà tutta intera.
“Non possiamo dimenticare che, nella storia anche recente del nostro Paese, non sono mancate figure di educatori e di educatrici che hanno dato un contributo indispensabile alla scuola, in termini di innovazione pedagogica, di apertura al confronto culturale e di crescita della coscienza sociale”. Lo ha ricordato, oggi pomeriggio, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nel suo saluto al Papa, a piazza San Pietro, per l’incontro con il mondo della scuola. “Tale presenza – ha evidenziato il porporato – continua ancora oggi in forme diverse e chiede di rafforzare energie e motivazioni in tutte le scuole, sia quelle statali che in quelle paritarie. La libertà dei genitori verso i propri figli rappresenta infatti un diritto sancito dal nostro Paese, la libertà di educare i propri figli secondo i propri valori, ma anche un dovere da garantire e da promuovere da parte dello Stato e dei singoli cittadini”. “Padre Santo – ha concluso il cardinale -, grazie di averci accolto oggi! Con lei vogliamo riapprendere la lezione evangelica del crescere in età, sapienza e grazia, come il nostro Maestro ci ha mostrato. Vogliamo – grazie alla sua parola che attendiamo come luce benefica – rinnovare il nostro desiderio di educare per vivere, di educare per vivere insieme, nella pienezza della nostra umanità che in Gesù Cristo, Figlio di Dio, risplende”.
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