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L’assurdo Carnevale di Natale del presidente Conte. Ecco le regioni che cambiano colore. E gli italiani sempre più neri!

Zona rossa e arancione, otto regioni e l’Alto Adige cambiano colore. Solo Abruzzo rosso, Emilia e Puglia gialle

l semaforo delle regioni italiane cambia ancora a partire dal 6 dicembre. L’unica regione a zona rossa rimane l’Abruzzo (indice Rt 0,9). Passano da zona rossa a zona arancione la Campania (indice Rt 0,84) , la Valle D’Aosta (indice Rt 0,81) e la Provincia Autonoma di Bolzano (indice Rt 0,83). Marche (indice Rt , Friuli Venezia Giulia, Puglia, Umbria ed Emilia Romagna da domenica tornano in zona gialla. In Emilia Romagna l’indice Rt scende sotto 1, a 0,99, ma aumenta il numero delle persone ricoverate: in terapia intensiva ci sono 248 pazienti, tre in più, e negli altri reparti Covid sono 2.717, 49 in più. «L’Italia si sta lentamente decolorando e questo riflette che in qualche modo un pò in tutti i paesi Ue l’epidemia sta cominciando a decrescere». Lo ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro alla conferenza stampa al ministero della Salute sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia.

Come sarà il Natale degli italiani?

Cosa cambia in Italia?

Nelle Marche non è in programma un’ordinanza al momento e la didattica dovrebbe rimanere a distanza perché è ancora in vigore l’ordinanza numero 40 che ha disposto la Dad al 100% nelle scuole superiori con la possibilità di svolgere, in presenza, le attività laboratoriali previste dai rispettivi ordinamenti, le verifiche scritte, le lezioni per gli alunni con bisogni educativi speciali e per quelli che hanno difficoltà di collegamento telematico dal proprio domicilio.

Anche in Umbria scompaiono le restrizioni sul commercio. È stata già firmata oggi un’ordinanza regionale, valida sino al 15 gennaio 2021. Rimarranno in vigore i provvedimenti contenuti nel nuovo Dcpm.

Per ciò che concerne i locali commerciali di vicinato, medie e grandi superfici, nonché i centri commerciali e strutture similari, la regione Umbria fornisce precise linee guida riguardanti numero massimo e modalità di accesso dell’utenza, gestione del personale, norme comportamentali, sanificazione, informazione all’utenza e altri aspetti. L’ordinanza, inoltre, non prevede più a partire dal 9 dicembre la didattica a distanza per le scuole secondarie di primo grado le cui lezioni, dunque, torneranno in presenza. L’ente «raccomanda alle aziende che gestiscono servizi di trasporto la verifica del rigoroso rispetto del coefficiente di riempimento pari al 50% della capienza massima, e alle istituzioni scolastiche ed agli enti locali, ognuno per le proprie competenze, di vigilare e porre in essere ogni utile iniziativa e misure necessarie ed idonee al fine di evitare assembramenti».

Coronavirus: i colori dell’Italia

Rinnovate, inoltre, alcune misure già adottate come il divieto di svolgere attività all’aperto o al chiuso da parte di associazioni e circoli ricreativi e culturali, centri di aggregazione sociale, università del tempo libero e della terza età. Sono vietati i giochi da tavolo, delle carte, biliardo, bocce nei centri e circoli sportivi pubblici e privati. Sospese anche tutte le attività di gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato italiano paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali. È sospeso per il medesimo periodo, limitatamente agli atleti di età inferiore ai 18 anni che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche e amatoriali degli sport di squadra e di contatto, lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale.

In Emilia Romagna il presidente Bonaccini scrive: «Poco fa ho ricevuto dal ministro Speranza la conferma che da domenica l’Emilia-Romagna tornerà in zona gialla. Decisione che il ministro formalizzerà in una nuova ordinanza che firmerà nelle prossime ore. Ancora oggi e domani saremo quindi in zona arancione e passata la mezzanotte di sabato saremo in zona gialla». «Le restrizioni di queste tre settimane hanno dunque pagato – sottolinea il governatore -, ma dobbiamo continuare a essere responsabili e rispettare le regole perché l’impegno di tutti per frenare la pandemia deve proseguire, per proteggere la salute di ciascuno, a partire dalle persone più fragili, e aiutare le strutture sanitarie e sociosanitarie, medici, infermieri, operatori, che ogni giorno continuano a fare il loro lavoro in maniera encomiabile».

In Friuli Venezia Giulia diventa gialla dopo tre settimane. Intanto tornano a crescere i nuovi contagi. Per questo è in cantiere un’ordinanza anti assembramenti. «Emanerò un’ ordinanza per evitare possibili rischi di assembramento nella vita quotidiana». Lo ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ai microfoni di Radio Radio, dopo l’annuncio del passaggio della regione in zona gialla a partire da domenica. «Probabilmente – ha spiegato Fedriga, anticipando i contenuti del provvedimento – diremo che dalle 10 alle 11 di mattina la consumazione nei ristoranti e nei bar può avvenire solo seduti e metteremo un ingresso maggiormente scaglionato all’interno dei negozi». Inoltre, ha aggiunto, «raccomanderemo di non recarsi in abitazioni di persone non conviventi», perché «proprio all’interno delle abitazioni, dove c’è una maggior rilassatezza e maggior vicinanza, c’è più rischio». In generale, ha concluso, «cerchiamo di abbassare i toni e di essere alleati» per far fronte al virus. Inoltre, oggi il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, ha emesso un’ordinanza di «divieto di ingresso e uscita» dalla ex caserma Cavarzerani di Udine, a seguito del riscontro, da parte del Dipartimento di Prevenzione, di due casi di positività al Covid-19 tra i richiedenti asilo attualmente ospitati nella struttura. L’ordinanza di fatto ha trasformato l’ex caserma in «zona rossa». Infine sul fronte delle terapie per fronteggiare l’emergenza sanitaria, come affermato dal vice governatore del Fvg con delega alla salute, Riccardo Riccardi, «a oggi tutte le richieste trasfusionali di plasma immune provenienti dai reparti Covid del Friuli Venezia Giulia sono state evase, trattando quattro pazienti, di cui uno a Trieste e tre a Udine».

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