Categorie: Pax et Justitia

La cultura gay è intrinsecamente disordinata

La cattedrale di La Plata (Argentina) era stata profanata da un gruppo di gay che avevano filmato scene senza il permesso del vescovo. Il prelato è stato costretto a fare una Messa di riparazione e durante quell’atto ha detto: “L’omosessualità è un abominio appoggiato dalla legge”. Naturalmente l’indignazione non si è rivolta contro chi ha profanato un luogo religioso ma contro l’arcivescovo. Ora uno può essere pro o contro ma quanto segue è quello che insegna la Chiesa Cattolica nel Catechismo:

2357-.  L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358-. Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

2359-. Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione.

Monseñor Héctor Aguer, arzobispo de la localidad de La Plata hizo una interrupción durante la misa del sábado pasado en la Catedral, para realizar un “acto de desagravio por la profanación del templo”,

en referencia a un video que grabaron “La Tigresa del Oriente” junto a “Pocha” Leiva, dentro del edificio religioso. Aguer clasificó lo sucedido como una “blasfemia” y condenó a la homosexualidad en general. “Según he oído decir, la filmación estaba destinada a un boliche gay de la Ciudad. Ahora resultan normales esas abominaciones amparadas por las leyes”, dijo Monseñor Aguer frente a los fieles, según informa la Agencia Informativa Católica Argentina. “Ofrezcamos el santo sacrificio de la misa en reparación y desagravio por la profanación del templo, y por las blasfemias proferidas. Dediquemos al Señor la procesión de la que hemos participado, como gesto de amor y de entrega confiada, incondicional. Recemos mucho, también, por esas personas descaminadas, depravadas, para que Jesús les toque el corazón y las convierta; todo es posible para su omnipotencia y su misericordia”, concluyó el arzobispo.

“La Tigresa del Oriente” es una cantante peruana conocida a través de sus clips bizarros. Hace algunas semanas, la cantante grabó el video de la canción “El Cuerpo de Cristo” junto al travesti argentino conocido como “La Pocha Leiva” dentro de la Catedral. El clip video de connotaciones sexuales utiliza palabras y oraciones propias del cristianismo. “A causa de un descuido de la guardia, una mujer desvergonzada, vestida indecorosamente y acompañada por otro personaje que parecía mujer, entró aquí a filmar un video en el que baila y canta; se atrevió a entrar en un confesionario en son de burla, y blasfemó contra la Santísima Eucaristía, remedando la comunión y expresándose de un modo gravísimamente escandaloso”, aseguró Aguer. “La Tigresa del Oriente” dijo: “Espero que todos mis hermanos argentinos me disculpen si no están de acuerdo. Al Monseñor le pido disculpas, solo hice mi trabajo”. A cura di Ornella Felici

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