Aversa, 26. «Nessuno tradisca la speranza»: è l’appello lanciato dal vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, nella lettera pastorale intitolata Per amore. Sentinelle e profeti, che il presule indirizza alla diocesi in vista del venticinquesimo della morte di don Giuseppe Diana, il sacerdote assassinato dalla camorra a Casal di Principe il 19 marzo 1994.
«La memoria di don Peppe Diana e del suo sacrificio — scrive Spinillo — deve essere per noi tutti come una rinnovata chiamata a superare le logiche di un vivere ancora rassegnato alla prepotenza e all’illegalità e un reale e più efficace incoraggiamento a sviluppare, con serena franchezza di dialogo, una vitale unità di intenti e di azione orientate al bene comune». Secondo il presule, il tempo trascorso dall’uccisione di don Diana a oggi «è stato fecondo per tanti aspetti positivi, ma ha evidenziato anche grosse difficoltà che restano da affrontare per promuovere un autentico sviluppo umano e sociale del territorio». Di qui l’invito a «sviluppare un dialogo sempre più sincero e sereno perché, tutti insieme, possiamo camminare e aiutare la nostra gente a crescere nella verità, a cogliere i molteplici aspetti della verità, a conoscere in maniera vera il sacerdote don Peppe Diana e il suo messaggio, che è stato un messaggio evangelico».
Monsignor Spinillo sottolinea infatti come don Diana «non può essere indicato solo come “un prete anticamorra”» né «si può ridurre la sua esperienza e la sua attività solo a questo tipo di impegno», ma «è altrettanto vero che nessun prete, mai, nel suo più ampio impegno pastorale e nella sua vita spirituale, potrà passare accanto al male, che è anche la prepotenza e l’illegalità della camorra, e restare indifferente a quel peccato che soffoca l’anelito di vita delle creature di Dio Padre».
Il ricordo dell’assassinio di don Peppe Diana, allora, «ci invita a riprendere ancora, e sempre in maniera nuova, il cammino di verità, di giustizia, di carità, di santità che ogni testimonianza di vita cristiana, particolarmente nel martirio, esalta agli occhi del mondo intero».
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