Italiae et Ecclesia

Il sole tornerà a splendere! Le parole di questo Vescovo toccano il cuore

Lettera dell’arcivescovo di Catanzaro-Squillace

Il sole tornerà a splendere

Catanzaro, 14. Avere fiducia e non perdere mai la fede accogliendo le parole di un «Pastore che si propone di camminare davanti, accanto e dietro al gregge che il Signore gli ha affidato»: così l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Vincenzo Bertolone, scrive in una lettera indirizzata ai fedeli, richiamando, in questi tempi di allontanamenti forzati a causa del coronavirus, l’immagine di don Camillo. Il sacerdote, infatti, «in uno dei tanti film tratti dai libri di Guareschi, dopo un’alluvione del Po, alla gente di Brescello costretta ad abbandonare le case, rivolge l’invito ad affrontare con fede le grandi difficoltà del momento e a non perdere la fiducia in Dio, prima di tornare lui solo nel paese ormai inondato, per poter continuare a celebrare messa e diffondere ogni giorno per i campi e le valli il suono delle campane».

Una vicinanza spirituale che monsignor Bertolone vuol far sentire soprattutto ai malati, agli anziani «e, in particolare, a chi, in questo momento, nei nostri ospedali, sta lottando contro l’infezione del coronavirus, oppure è in quarantena nelle abitazioni private». A loro è rivolto l’invito a lasciare, con docilità d’animo, «che sia la luce della fede in Gesù risorto, che dona salute e salvezza al mondo, a sanare le ferite delle sofferenze, umane e spirituali». Quello stesso Gesù che infonde sapienza e forza a tutti coloro che prestano il loro operato nelle strutture sanitarie assistendo i contagiati. Di fronte a un così grande esempio di dedizione e carità cristiana «in queste ore convulse», l’arcivescovo esprime «gratitudine, riconoscenza e ammirazione» per un’opera compiuta «con grande umanità ed in molti casi sprezzo del pericolo, un prezioso servizio di professionalità e di dono oblativo per tutti noi». Elogio che viene esteso alle forze dell’ordine «ed agli uomini ed alle donne delle istituzioni impegnati nella gestione dell’emergenza: compito non facile, il loro, che per essere svolto al meglio necessita adesso della collaborazione, della disponibilità e di un forte senso di responsabilità di tutti noi», sottolinea.

La lettera prosegue rimarcando come questa difficile situazione possa costituire un’occasione propizia per avvicinarsi di più a Dio, trasformando una crisi in un’opportunità. «Sia questo il momento, per tutti noi, di intensificare la preghiera quotidiana, da soli e con i nostri familiari. Possano le nostre case diventare cenacoli di preghiera, dove sperimentare la misericordia di Dio, il cui desiderio eucaristico ci spinge ad una più intensa comunione spirituale, con il Signore e con i nostri fratelli». In particolar modo in questo periodo di Quaresima che assume un significato ancora più profondo facendoci riflettere «sulla nostra umana fragilità e sul senso della vita» e «valorizzare gli affetti familiari». Un arricchimento spirituale che ci preparerà a vivere con immensa gioia la fine dell’emergenza quando «tornerà il tempo dell’allegria, dello stare insieme nelle piazze e nelle chiese».

Al termine della lettera, il presule esorta ancora i fedeli a elevare una preghiera al Signore ricordando che «non è la prima volta che l’umanità si trova a far di conto con il male, a patire la sofferenza, in molti casi ad abbandonare affetti e case. Un giorno, però, come dopo ogni alluvione, il sole tornerà a splendere». E riscalderà i cuori sofferenti, con il ricordo «della fratellanza che ci ha unito in questi terribili frangenti». Grazie alla tenacia che Dio ci ha donato, conclude Bertolone, «ricominceremo a lottare perché il sole sia più splendente, i fiori più belli ed il dolore di queste ore sparisca dalle nostre città e paesi».

Osservatore Romano, 14/15 marzo 2020

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