Santa Germana, vergine, che, nata da genitori sconosciuti, condusse fin dalla fanciullezza una vita di servitù e infermità, patendo con animo forte e spirito gioioso ogni genere di tribolazioni, finché a soli ventidue anni riposò in pace.
Etimologia: Germana = fratello/sorella, dal latino
Germana nasce a Frouzins nel 1570 in un piccolo abitato non lontano da Tolosa in una famiglia di modesta condizione. Dalla nascita ebbe una deformazione congenita al braccio destro e fu sempre di costituzione molto gracile.
Sin da piccola si ammalò di scrofolosi, malattia che le deturpò il viso per tutta la vita. Rimase orfana di madre poco dopo la sua nascita. Il padre si risposò con una donna che si curò ben poco di lei. Essendo impensabile per lei accedere all’istruzione o avere prospettive di matrimonio, fu mandata a pascolare le pecore, restando a dormire con loro nell’ovile.
Iniziò a frequentare la chiesa del suo paese e divenne molto devota, andando a messa e recitando il rosario tutti i giorni. Alcuni la deridevano chiamandola bigotta. Prese quindi a parlare con i suoi compagni più poveri, pastori e fanciulli come lei, degli insegnamenti ricevuti al catechismo, raccogliendo intorno a sé molti ragazzi cui spesso portava da casa delle pagnotte di pane per sfamarli.
La tradizione devozionale racconta che un giorno d’inverno Germana, dopo aver riempito il grembiule di pane, si accingeva a portarlo ai poveri, quando i genitori se ne accorsero e la rimproverarono; ma quando il grembiule venne aperto, era pieno di fiori invece che di pane.
Morì sola, appena trentenne, nella stalla dove dormiva, il 15 giugno 1601. La trovano, ormai cadavere, nel suo solito giaciglio nella stalla, dato che non le hanno mai dato un letto come spetterebbe ad ogni cristiano. La seppelliscono in chiesa a furor di popolo e 40 anni dopo ne riesumano il corpo ancora intatto, mentre si fa fatica a tenere conto dei miracoli che si sono verificati su quella tomba. Pio IX la mette ufficialmente sugli altari nel 1867 ed oggi Santa Germana Cousin è patrona dei pastori, dei pellicciai e, più di recente, anche dei “giovani a rischio”. Che sono così numerosi da aver davvero bisogno di una protettrice in più.
Fonte santodelgiorno.it
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