Le poche notizie sulla vita di san Fabio provengono dalla Passio Sancti Anthimi. San Fabio, era un discepolo di Sant’Antimo, il suo martirio è accomunato a quello dei suoi compagni: Massimo, Basso, Sisinnio, Dioclezio e Fiorenzo.
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Le scarne notizie sulla vita di san Fabio provengono dalla Passio Sancti Anthimi, che fu scritta fra il V e IX secolo ed è ritenuta dagli studiosi abbastanza leggendaria e fantasiosa. Nel primo Medioevo qualche agiografo, per dare una consistenza maggiore alle poche notizie pervenute su uno o più martiri, li riuniva in un’unica Passio dalle ingarbugliate e fantasiose vicende. Così avvenne per sant’Antimo e i suoi compagni. Il martirio di san Fabio, discepolo di sant’Antimo, è accomunato a quello di altri santi: Massimo, Basso, Sisinnio, Dioclezio e Fiorenzo.
Alla fine del III secolo era proconsole dell’Asia Minore Faltonio Piniano, sposato con Anicia Lucina, imparentata con l’imperatore Gallieno. Consigliere di Piniano era un certo Cheremone, che odiava i cristiani e aveva giurato di distruggerli con la loro religione; per le sue insinuazioni, il presbitero Antimo e i suoi discepoli furono gettati in carcere, ma Cheremone non poté godere a lungo della persecuzione in atto, perché un giorno attraversando le vie di Nicomedia, cadde rovinosamente e ancor più miseramente morì. Ciò terrorizzò Piniano, formalmente responsabile della persecuzione e la sua angoscia gli provocò una grave malattia dalla quale i medici non riuscivano a guarirlo. Lucina la moglie, che già da tempo si sentiva attratta dalla nuova religione, pensò di consultare Antimo, lo fece liberare con i discepoli e condurre al palazzo consolare; qui gli promise la libertà e cospicue ricompense se avesse guarito il marito. Antimo rispose che una sola cosa poteva guarirlo, che si fosse fatto cristiano. Piniano non solo accettò ma si dimostrò un catecumeno attento e sincero, cosicché Antimo riuscì ad ottenere da Dio la sua guarigione e poi lo battezzò con tutta la famiglia.
Verso il 303 Faltonio Piniano ritornò a Roma, richiamato dall’imperatore Diocleziano (243-313), ma prima di partire riuscì a convincere Antimo e i suoi discepoli a seguirlo nella capitale dell’impero; naturalmente il suo arrivo non passò inosservato e ben presto si diffuse la notizia che aveva condotto con sé dei cristiani . Per sottrarli alle possibili persecuzioni, Piniano decise di allontanarli da Roma, mandandoli in due vasti poderi di sua proprietà. Il diacono Sisinnio con Dioclezio e Fiorenzo, andarono ad Osimo nel Piceno, mentre Antimo, Massimo, Basso e Fabio furono inviati presso la città sabina di Curi. Naturalmente non rimasero ad oziare, uscirono dal loro rifugio e ambedue i gruppi presero ad evangelizzare la regione; Antimo sempre seguito dai suoi discepoli, operò anche un miracolo, liberando dal demonio un sacerdote pagano; l’invasato distruggeva tutto ciò che gli capitava a tiro, ma si calmò solo al richiamo di Antimo che gli era andato incontro senza retrocedere. L’ossesso una volta guarito, per dimostrare la sua riconoscenza e la nuova fede che aveva abbracciato, atterrò l’idolo del dio Silvano, incendiando anche il bosco a lui sacro. I pagani furiosi denunciarono il grave oltraggio al proconsole Prisco, incolpando di ciò il prete Antimo, il quale fu arrestato con i discepoli.
Seguirono interrogatori, torture, prodigi. Sant’Antimo fu decapitato l’11 maggio 305 e sepolto nell’oratorio di Curi in cui era solito pregare; la stessa sorte toccò al suo erede nello zelo apostolico Massimo, decapitato il 19-20 ottobre 305 e sepolto nel suo oratorio al XXX miglio della Salaria; Basso che intratteneva i fedeli incoraggiandoli, fu arrestato e avendo rifiutato di sacrificare a Bacco e Cerere, fu massacrato dal popolo nel mercato di Forum Novum; invece Fabio fu consegnato al console che dopo averlo fatto torturare, lo condannò alla decapitazione lungo la stessa via Salaria.
Sisinnio, Dioclezio e Fiorenzo, sempre nel 305, non avendo voluto sacrificare agli dei, furono decapitati dal popolo. Infine Piniano e Lucina morirono naturalmente nella loro casa di Roma.
La memoria liturgica è fissata l’11 maggio. Fabio, inoltre, è festeggiato il 27 maggio a Vienna, dove il suo corpo è venerato dalle Carmelitane Scalze.
Francesco Lanzoni ritiene a sua volta che le reliquie del santo si trovino in un monastero del Sud Italia, dove sono venerate numerose reliquie di santi africani.
Fonte it.wikipedia.org
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