Il pensiero di Benedetto XVI su facebook ed i social network

Nei social network e nella ricerca di un sempre maggior numero di “amici”, bisogna sempre essere “fedeli a se stessi” e mai cedere a trucchi o “illusioni” come la creazione di una falsa identità attraverso il proprio “profilo”. E’ il primo monito dell’era Facebook mai lanciato da un Papa, quello lanciato da Benedetto XVI, in particolare ai giovani, nel suo messaggio per la 45esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che si celebrava il 5 giugno 2011.

No a profili falsi
“Nella ricerca di condivisione, di ‘amicizie’ – afferma il Papa – ci si trova di fronte alla sfida dell’essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere all’illusione di costruire artificialmente il proprio ‘profilo’ pubblico”.

L’era del web
Ma Benedetto XVI non ha limitato la sua riflessione a Facebook allargando la riflessione a “un fenomeno caratteristico del nostro tempo: il diffondersi della comunicazione attraverso la rete internet”. Il messaggio s’intitola infatti “Verita’, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. “E’ sempre più comune – aggiunge il Pontefice – la convinzione che, come la rivoluzione industriale produsse un profondo cambiamento nella società attraverso le novità introdotte nel ciclo produttivo e nella vita dei lavoratori, cosi’ oggi la profonda trasformazione in atto nel campo delle comunicazioni guida il flusso di grandi mutamenti culturali e
sociali”.

La comunicazione cambia la nostra vita
“Le nuove tecnologie – rileva ancora il Papa – non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa, per cui si puo’ affermare che si è di fronte ad una vasta trasformazione culturale. Con tale modo di diffondere informazioni e conoscenze, sta nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione”.

Chi siamo in Rete
“Il coinvolgimento sempre maggiore nella pubblica arena digitale, quella creata dai cosiddetti social network – scrive Benedetto XVI – conduce a stabilire nuove forme di relazione interpersonale, influisce sulla percezione di sé e pone quindi, inevitabilmente, la questione non solo della correttezza del proprio agire, ma anche
dell’autenticità del proprio essere. La presenza in questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca autentica di incontro personale con l’altro se si fa attenzione ad evitarne i pericoli, quali il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo, o l’eccessiva esposizione al mondo virtuale. Nella ricerca di condivisione, di ‘amicizie’, ci si trova di fronte alla sfida dell’essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere
all’illusione di costruire artificialmente il proprio “profilo” pubblico”.

La risposta a Facebook
“Cristo è la risposta piena e autentica a quel desiderio umano di relazione, di comunione e di senso che emerge anche nella partecipazione massiccia ai
vari social network”, scrive il Papa. E i credenti devono contribuire “affinche’ il web non diventi uno strumento che riduce le persone a categorie, che cerca di manipolarle emotivamente o che permette a chi è potente di monopolizzare
le opinioni altrui”. Benedetto XVI non si esime da qualche consiglio pratico per “uno stile cristiano di presenza” nella Rete, a partire da “una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro”.

Non annacquare il Vangelo
Il Papa chiede anche sul web di “testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale e nel modo di comunicare, scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo”. Esso “non è qualcosa che possa essere oggetto di consumo, o di fruizione superficiale” e “non trae il suo valore dalla sua ‘popolarita” o dalla quantita’ di attenzione che riceve”.

Questa verità va fatta “conoscere nella sua integrita’ piuttosto che cercare di renderla accettabile magari ‘annacquandola’”.

Qui il messaggio integrale, dal sito del Vaticano

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/communications/documents/hf_ben-xvi_mes_20110124_45th-world-communications-day_it.html

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