Interpellandoci “come cristiani e come Chiesa”, Gesù – ha spiegato il Pontefice – “preannuncia prove dolorose e persecuzioni che i suoi discepoli dovranno patire, a causa sua”. Tuttavia assicura che “siamo totalmente nelle mani di Dio”, perché “le avversità che incontriamo per la nostra fede e la nostra adesione al Vangelo sono occasioni di testimonianza; non devono – ha detto – allontanarci dal Signore, ma spingerci ad abbandonarci ancora di più a Lui, alla forza del suo Spirito e della sua grazia”: “Pensiamo a tanti fratelli e sorelle cristiani che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. Ce ne sono tanti. Forse molti di più dei primi secoli. Gesù è con loro. Anche noi siamo uniti a loro, con la nostra preghiera e il nostro affetto. Abbiamo ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i nostri fratelli e sorelle che in tante parti del mondo soffrono a causa di essere fedeli a Gesù Cristo. Li salutiamo dal cuore e con affetto”.
Quindi, dal Signore arriva una promessa “che è garanzia di vittoria”: perseverando, dice, “salverete la vostra vita”. Sono, queste parole, “un richiamo alla speranza e alla pazienza, al saper aspettare i frutti sicuri della salvezza, confidando – ha aggiunto il Santo Padre – nel senso profondo della vita e della storia”: “Le prove e le difficoltà fanno parte di un disegno più grande; il Signore, padrone della storia, conduce tutto al suo compimento. Nonostante i disordini e le sciagure che turbano il mondo, il disegno di bontà e di misericordia di Dio si compirà. E questa è la nostra speranza: andare così, su questa strada, nel disegno di Dio che si compirà. E’ la nostra speranza”.
Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha salutato – tra gli altri – la comunità eritrea di Roma, che celebra la festa di San Michele, e ha ricordato l’odierna “Giornata delle vittime della strada”: “Assicuro la mia preghiera e incoraggio a proseguire nell’impegno della prevenzione, perché la prudenza e il rispetto delle norme sono la prima forma di tutela di sé e degli altri”.
Quindi un invito a “concretizzare i frutti dell’Anno della Fede, che volge al termine”, con una “medicina spirituale” – il Papa “fa il farmacista adesso?”, ha scherzato – chiamata ‘Misericordina’ e contenuta in una scatoletta distribuita ai pellegrini: “C’è una corona del Rosario, con la quale si può pregare anche la ‘coroncina della Divina Misericordia’, aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere ovunque l’amore, il perdono e la fraternità. Non dimenticatevi di prenderla, perché fa bene. Fa bene al cuore, all’anima e a tutta la vita”.
Il servizio è di Giada Aquilino per la Radio Vaticana (anche in audio):
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