Categorie: L'altro Mondiale

Il Papa alla Lazio: sport insegni lealtà e aiuti a superare ingiustizie

Non solo il calcio ma tutti gli sport contribuiscono al “superamento di situazioni di ingiustizia e di disagio umano e sociale” e insegnano la “lealtà verso gli altri” contro “l’abitudine del tradimento”: per gli allenamenti e le gare, non bisogna quindi lasciar “perdere la Messa, la catechesi”, né “trascurare lo studio, le amicizie, il servizio ai poveri”. Così Papa Francesco ai circa 7.000 tra dirigenti, atleti, sportivi, simpatizzanti e famiglie della Società Sportiva Lazio, ricevuti stamani in Aula Paolo VI. Il servizio di Giada Aquilino per la Radio Vaticana:

Lo sport per superare ingiustizie e disagi
Il vero sport favorisce la costruzione di un mondo più fraterno e solidale, “contribuendo al superamento di situazioni di ingiustizia e di disagio umano e sociale”. Lo ha sottolineato Papa Francesco, ricordando ai membri della Società Sportiva Lazio e ai loro familiari come la Bibbia ci insegni “che la persona umana è un tutt’uno, spirito e corpo”.

Non trascurare la Messa, lo studio e i poveri per lo sport
Il Pontefice ha per questo incoraggiato “a coltivare sempre, insieme all’attività sportiva, anche agonistica, la dimensione religiosa e spirituale”:

“A volte capita che un ragazzo o una ragazza, per gli allenamenti e le gare, lasci perdere la Messa, la catechesi… Questo non è buon segno, vuol dire che si è persa la scala di valori. Come pure non bisogna trascurare lo studio, le amicizie, il servizio ai poveri. Queste cose non vengano trascurate per fare soltanto una cosa. No, tutto insieme! Grazie a Dio abbiamo degli esempi belli di uomini e donne sportivi, anche grandi campioni, che non hanno mai smesso di vivere la fede e il servizio al prossimo”.

Società sportive come case aperte a tutti
Ripercorrendo la storia della polisportiva, nata nel 1900, Francesco ha evidenziato come un gruppo di giovani volle “creare – ha detto – una società sportiva che fosse accessibile ai giovani del popolo e che tramandasse i valori morali ed etici dello sport”. All’epoca, ha infatti notato il Papa, “lo sport organizzato era prerogativa delle persone facoltose”. L’intento di quel gruppo fondatore era invece quello di “diffonderlo a tutti i livelli e in tutte le categorie sociali”:

“Vi incoraggio perciò a continuare ad essere accoglienti, a valorizzare i diversi talenti. Che la vostra società sportiva sia sempre una casa aperta, dove si possa sperimentare la fraternità e l’armonia fra le persone, senza discriminazione”.

Non solo il calcio, ma tutti gli sport insegnano lealtà
Il motto della società, ha ricordato il Pontefice traducendolo dal latino, è: “Nella concordia le piccole cose crescono, nella discordia le più grandi decadono”. Nata come piccola realtà podistica, la ‘Lazio’ col tempo – ha proseguito – “si è arricchita di diverse attività associate e si è articolata in numerose sezioni sportive”, a cui hanno aderito “tanti soci, atleti, e sostenitori di ogni età, uniti tra loro dal comune spirito olimpico e dal desiderio di reciproca solidarietà”. Non a caso, ha voluto mettere in risalto Francesco, “un merito della polisportiva Lazio è quello di avere operato per dare pari dignità a tutti gli sport”:

“In Italia, come anche nel mio Paese, in Argentina, si rischia di parlare sempre del calcio e di trascurare gli altri sport. Invece ogni disciplina sportiva ha un suo valore, non solo fisico o sociale, ma anche morale, in quanto offre la possibilità alle persone, specialmente ai ragazzi e ai giovani, di crescere nell’equilibrio, nell’autocontrollo, nel sacrificio e nella lealtà verso gli altri”.

Quest’ultimo aspetto il Papa ha voluto sottolinearlo: la lealtà verso gli altri, che lo sport incrementa, di fronte a quella che ha definito “l’abitudine del tradimento” che “cresce un po’ dappertutto”. L’esortazione finale è stata dunque a proseguire sulla strada “al servizio dell’aggregazione dei giovani e delle famiglie”.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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