«Il 21 giugno sarò con papa Francesco a Torino». A dichiararlo a sorpresa durante le «visite di calore» ai neo-porporati nel Palazzo Apostolico è l’ex Segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, leader dell’ala conservatrice del Sacro Collegio. Dunque il cardinale salesiano e piemontese, spesso descritto dai mass media come fiero oppositore del nuovo corso bergogliano, accompagnerà il Pontefice. Per venerare la Sacra Sindone e onorare San Giovanni Bosco nella ricorrenza bicentenaria della sua nascita.
Francesco, già nel corso della Giornata mondiale della gioventù (luglio 2013), aveva espresso il desiderio di visitare il Piemonte. «Ho tanti cugini lassù», aveva scherzato Francesco con i cronisti sul volo da Roma a Rio de Janeiro. E a poche poltrone di distanza, Bertone confidava la speranza di affiancarlo a Torino. «Anche se per quella data non sarò certamente più segretario di Stato».
Per entrambi si tratta di un ritorno alle origini. Solide radici cattoliche piemontesi. Prima di lasciare l’Italia per l’Argentina, Mario e Rosa Bergoglio, il padre e la nonna di Francesco, erano militanti dell’Azione cattolica. La famiglia Bergoglio vive in una cascina al Bricco Marmorito della Valleversa nel comune di Asti, ai confini con Portacomaro. Sono contadini. Il giovane Giovanni, detto Albino, si sposa con Rosa Vassallo di Piana Crixia e nel 1908 nasce Mario, il futuro padre del Vescovo di Roma.
La famiglia apre un negozio di alimentari. E poi l’1 febbraio 1929 parte per l’Argentina. Accettano l’invito del fratello di Giovanni di lavorare nella fabbrica di pavimentazione impiantata dai Bergoglio a Panará. Si imbarcano sul piroscafo Giulio Cesare dal porto di Genova destinazione Buenos Aires. E si salvano per caso da un naufragio. Un’altra nave, di cui avevano già preso il biglietto, affondò. In Argentina Mario Bergoglio conosce e sposa Regina Maria Sivori, anche lei emigrata italiana dalla Liguria. Abitano a Boca, il quartiere più italiano di Buenos Aires. Lui lavora per le ferrovie argentine.
Quindi il pellegrinaggio di giugno offrirà a Francesco anche l’opportunità di salutare i tanti parenti che oggi abitano nei comuni della cintura torinese. Quando andò ad abbracciarli da cardinale ritornò in Argentina con un sacchetto della terra dei suoi avi. La patria mai dimenticata. Fonte: Vatican Insider
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