I Capi delle Chiese: nessuno violi lo ‘statu quo’ sui Luoghi Santi di Gerusalemme

TERRA SANTA – Di fronte all’aggravarsi della situazione nella Città Santa, i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno diffuso una dichiarazione per esprimere la condivisa preoccupazione davanti al montare della violenza e invocare il rispetto dello Statu Quo che regola la gestione e l’accesso ai Luoghi Santi della Città Vecchia, con particolare riferimento all’Haram al Sharif, la Spianata delle moschee.

Nel comunicato, diffuso giovedì 6 novembre e pervenuto all’Agenzia Fides, i Capi della Chiese cristiane manifestano “profonda inquietudine riguardo alle recenti attività su Haram al Sharif, quali la chiusura totale e le restrizioni di accesso alla Moschea di Al Aqsa”. A innescare l’escalation di tensione, segnata da scontri violenti tra forze dell’ordine e arabi musulmani, sono state le iniziative di gruppi estremisti ebraici. Questi negli ultimi giorni stanno inscenando manifestazioni in cui provano ad accedere alla Spianata delle Moschee per rilanciare l’idea di impadronirsi della zona dell’antico Tempio di Salomone, dove sorgono da molti secoli due dei massimi santuari dell’Islam. 


I gruppi in questione – spiega sul bimestrale Terrasanta p. David Jaeger OFM, Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana e esperto di questioni giuridiche relative ai Luoghi Santi – “rappresentano una nuova destra ultra nazionalista, atipica per Israele”, le cui pretese appaiono deliranti anche dal punto di vista della fede e della tradizione ebraica. La distruzione del Secondo Tempio, nell’anno 70 d.C., ha rappresentato di certo un evento traumatico nella memoria collettiva del popolo ebraico. Ma già al tempo in cui il Tempio veniva distrutto, “l’ebraismo aveva effettivamente superato il culto che in esso si rendeva, diventando religione della Parola Divina, diretta ad un ‘culto in spirito e verità’, non più allo spargimento del sangue di agnelli e montoni”. Nei due millenni che ne sono seguiti, l’anelito per il ristabilimento del Tempio ha espresso solo in forme letterarie la speranza escatologica, il cui compimento è atteso alla fine dei tempi. “I rabbini stessi, per impedire che si abusasse delle bellissime preghiere che esprimono nostalgia per il Tempio del Signore” riferisce p. Jaeger “hanno da molti secoli stabilito la scomunica automatica per chi, prima della fine dei tempi, avesse osato anche solo salire sul luogo ove anticamente sorgeva il Tempio”.

Nel loro comunicato, i Capi delle Chiese e delle comunità cristiane di Gerusalemme condannano “le proposte di modifica dello statuto dei Luoghi Santi, da qualunque parte provengano. I Luoghi Santi – si legge nel comunicato – necessitano di una costante e vigile protezione affinché il loro ragionevole accesso sia mantenuto come previsto dallo Statu Quo per le tre religioni monoteiste. L’accordo dello Statu Quo che regola questi siti deve essere interamente rispettato, nell’interesse della comunità tutta intera. Ogni minaccia alla sua continuità e alla sua integrità potrebbe condurre rapidamente a conseguenze imprevedibili che sarebbero più che malviste nell’attuale clima politico del momento, molto delicato”.
Nella giornata di mercoledì 5 novembre anche il premier israeliano Benjamin Nethanyahu, attraverso una dichiarazione del portavoce del governo israeliano Mark Regev, aveva assicurato che “non ci saranno cambiamenti” nello statuto dei Luoghi Santi di Gerusalemme. Fonte: fides.org

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