Halloween. Ecco perchè i cristiani non devono averne paura

Ogni 31 ottobre riparte la battaglia sui social tra chi dice “no” ad Halloween e posta vite di santi e tra chi dice “sì” e mette le foto dei figli mascherati. Chi grida all’invasione culturale e chi dice: lasciamo divertire i bambini. 
Nei banchi di scuola, nelle aule di catechismo, nelle chiacchiere fra mamme, c’è chi sostiene che Halloween sia una festa innocua come tante, basta divertirsi e stare con gli amici, e chi dice: si comincia con una zucca intagliata e si arriva alle messe nere. Io, lo dico subito, sto da sempre coi primi ma, finché non ho visto i volti di bimbi inondati dalle lacrime per la proibizione dei genitori alla festicciola “dolcetto scherzetto”, ridevo sinceramente divertito. Andavo al supermercato, trovavo zucche mascherate e broccoli lasciati nudi e mi dicevo che quando le “questioni” arrivavano tra i banchi dell’ortofrutticolo era possibile non averne più paura.
Poi però trovo quelli che la mettono sul piano dell’eresia, del pianto, del paganesimo, del rito wicca e dico: un attimo. Parliamone.

Un modo per farlo è andare alle radici di questa festa. Sono lontane nel tempo e anche geograficamente ma è proprio oggi, al tempo delle distanze annullate da internet, che dovremmo trovare questa lontananza, se non una ricchezza, almeno un’occasione per conoscerci di più. È una storia un po’ lunga e c’entra Carlo Magno. nell’intero ve la risparmio ma, in sostanza, dice che 
Halloween nasce come festa dei santi, non di quelli famosi e da altare ma di quelli piccoli, di famiglia: i nostri morti.
 Il nome deriva dall’antica festa di All Hallow, di Ogni Santi. Bisogna risalire all’antica Irlanda, quando c’era il dominio dei Celti. A quell’epoca, cioè alla metà del IX secolo, Papa Gregorio IV istituì la festa di Ognissanti e la fissò in perfetta corrispondenza con l’antica Samhain, appunto di origine celtica, che era il 1° novembre. Poiché la festa sottolinea proprio la comunione dei vivi coi propri morti, il passo dall’immaginare che tornino sulla terra per far visita ai parenti, è breve. È sbagliato, ma io non mi scandalizzo che avvenga. Completamente diverso invece è il giudizio che do rispetto a quanti, in occasione della festa, cadono nell’occultismo o, peggio, alle messe nere. Grazie al Cielo però sono pochissimi casi e purtroppo avvengono non solo per il 1° novembre ma anche per le altre più importanti solennità cristiane. Chi non ci crede, legga “Fuggita da Satana” (Piemme, 2007) e avrà il racconto, fatto da una ex sacerdotessa di Satana, di come il demonio abbia un proprio “anno liturgico” al contrario, ricalcato su quello della chiesa cattolica. E riguarda Pasqua, Natale, Assunzione e così via. Non solo il 1° novembre. Se tua figlia quindi si veste da streghetta ricorda che tutto ciò che è umano è cristiano e viceversa. Che è giusto sforzarsi di ripulire Halloween dagli aspetti commerciali e che però è bello farlo parlando dei nostri defunti a partire dal modo semplicemente umano di parlare dei nostri cari morti. E si può farlo benissimo mentre mascheriamo uno dei nostri figli con la zucca. 
Certo, la festa si è imbastardita e imbruttita con una visione della morte più truculenta e demoniaca che cristiana.
 Certo nel tempo si è persa la dimensione familiare, di attesa, di custodia, degli affetti, ed è diventata consumistica. Ma, dai, forza, facciamo i cristiani. Quelli che hanno fatto diventare Natale, la festa del Dio Sole. Se vogliamo che le cose cambino in meglio o che tornino all’originaria bellezza, la strategia migliore è riempirle di nuovo buon senso e di nuova bellezza. Un bambino mascherato che chiede dolcetti è buono e bello, non bisogna farlo piangere. Altrimenti quando sarà grande darà la colpa non alle streghette ma a “Ogni Santi”. 
Una famiglia che fa festa in casa e apre la porta blindata per donare caramelle è buona e bella. 
E i giovani e le messe nere?
 Il demonio, come dicevo, opera sempre e sempre ci attende nelle nostre debolezze e fragilità e nei nostri dubbi. Sempre. Non aspetta il 31 ottobre. Invece non può nulla quando siamo forti di felicità ed è disarmato di fronte ad una festa.
 La zucca mascherata al supermercato può essere come l’aglio per i vampiri: tenere lontano ciò che di brutto è stato messo in Halloween. 
Ripartiamo dal parlare dei nostri morti.
 Ripartiamo dalle nostre porte blindate e chiuse.
 Ripartiamo dai nostri giovani.
 Ripartiamo.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da IlSussidiario.net


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